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Addio Casella, madre coraggio Sfidò la 'ndrangheta per il figlio

Nel 1988 rapirono suo figlio Cesare. La donna si incatenò nelle piazze dell'Aspromonte per ottenere la liberazione

Costanza Signorelli
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Angela Casella da tutti conosciuta come la "mamma coraggio" è morta nella serata di venerdì 9 dicembre a Pavia. E' la donna che nel 1989 si incatenò nelle piazze dei paesi dell'Aspromonte per sollecitare la liberazione del figlio Cesare, rapito dalla 'ndrangheta.  Aveva 65 anni ed era malata da tempo. I funerali si svolgeranno lunedì 12 dicembre alle ore 11:00 nella chiesa della Sacra Famiglia a Pavia. Il rapimento - Cesare Casella 19enne all'epoca dei fatti, venne rapito la sera del 18 gennaio 1988 poco lontano da casa, a Pavia. Il suo sequestro durò 734 giorni e a nulla valse il riscatto di un miliardo di lire, pagato nell'agosto dello stesso anno. Fu allora che la mamma Angela, proprio di fronte all'ennesimo rilancio della banda che teneva in ostaggio il ragazzo, iniziò a girare i paesi della Locride (San Luca, Platì, Ciminà) incatenandosi nelle piazze e sollecitando la liberazione di Cesare. Fu un gesto mirato a sollecitare un più energico intervento dello Stato e a risvegliare la coscienza dell'opinione pubblica, quella calabrese in particolare, nei confronti della piaga malavitosa. Il suo gesto però non provocò l'immediata liberazione del ragazzo. Trascorreranno altri mesi e sarà necessario un lunghissimo braccio di ferro tra la famiglia Casella (che avevano subito il blocco dei beni) e i rapitori per arrivare alla liberazione di Cesare il 30 gennaio del 1990.  

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