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Asili, ecco quanto ci costano: A Roma il doppio di Milano

Caos nei servizi pubblici: nel Lazio costano allo Stato 14mila euro a posto, 7mila in Lombardia, dove le famiglie pagano il triplo

Giulio Bucchi
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Italia a due, tre velocità. E a due, tre costi. Il paese è diviso sul costo della vita, e non c'entra solo l'inflazione galoppante, che già minaccia sfracelli per il 2012. C'entra, piuttosto, una rete di servizi pubblici gestiti in modo disomogeneo da Regioni, Province, Comuni. In parole povere: per lo stesso servizio al Nord si paga un prezzo e si ottiene qualcosa di buono in cambio, mentre al Sud si paga (a volte la metà, a volte il doppio) e si ottiene spesso qualcosa di decisamente più scadente. Come scrive Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera, lo specchietto del caos degli asili lo forniscono i bilanci dei servizi pubblici. In Emilia Romagna, per esempio, ce n'è uno ogni 156 residenti. In Calabria, al contrario, uno ogni 2.145. Numeri impietosi, cui si aggiunge la densità territoriale: uno ogni 788 metri quadrati in Emilia, uno ogni 16 km in Calabria. Tutto questo ha un riflesso ben preciso anche nell'occupazione femminile: in Emilia è del 54%, in Calabria del 30 per cento. Numeri e dubbi - E i prezzi? Il confronto è impietoso. In Calabria una famiglia paga 509 euro all'anno per una struttura pubblica, in provincia di Trento si schizza a 2.238 euro, quattro volte tanto. Anche al Sud, comunque, il divario è sbalorditivo. Visto che in Basilicata, confinante con la Calabria, i prezzi sono di 1.115 euro. A pochi chilometri di distanza, dunque, gli asili costano il doppio. Ancora più sbalorditivo, e pesante perché illumina il capitolo sprechi, è il dato sull spesa procapite, che comprende oltre alle tariffe per le famiglie, i costi a carico di Comune e Servizio sanitario nazionale. In Piemonte un posto-bimbo costa 8.874 euro, 10.833 in Val d'Aosta, 7.904 in Veneto, 11.399 in Trentino, 8.521 in Emilia Romagna, 10.243 in Liguria, 7.036 in Lombardia. La cosa incredibile è che nel Lazio il costo raddoppia a 14.577 euro, con la differenza che le famiglie lombarde contribuiscono per il 27,4% mentre quelli laziali per l'8,2%, un terzo. In Calabria si spendono solo 3.821 euro a bambino, sottolinea Stella, è una favola: evidentemente, scrive il Corsera, i dati sono stati comunicati in maniera approsimativa, magari nascondendo qualche magagna. Un po' come la ricerca sull'assenteismo di qualche anno fa: "i fannulloni - ricorda Stella - risultavano concentrati a Trento e a Bolzano, gli stakanovisti dalla salute di ferro a Siracusa e Napoli. Ma dai!".  

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