Il governo ci vuol riempire di immigrati e carcerati

Giulio Bucchi

Una manovra a tenaglia che pare fatta a posta per mettere in crisi la Lega. Ma che in realtà fa discutere tanti, soprattutto a destra. Il governo tecnico, appoggiato dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e da ampie fette della sinistra, rilancia su amnistia per i carcerati e diritto di cittadinanza "immediato" per gli immigrati. Due temi caldi, che fanno arrabbiare il carroccio e che molti italiani, non solo al Nord, guardano con sospetto. Sull'emergenza dei penitanziari italiani, per esempio, pochi riescono a far finta di nulla. L'Italia è la seconda nazione in Europa dopo Cipro nel rapporto tra detenuti e carceri: in poche parole, celle strapiene e diritti umani dei carcerati a rischio, come sottolineato indirettamente dal Parlamento europeo. Il decreto svuota-carceri del ministro della Giustizia Paola Severino punta a tamponare il problema, ma non basterà. Non a caso, anche oggi il ministo ha ribadito la necessità di "ristrutturare gli impianti", non escludendo altre misure per svuotarle. Leggasi amnistia, parola sempre antipatica e invisa a molti elettori. "Il governo tecnico si sta allargando", ha sottolineato il leghista Roberto Maroni. Ma è pur vero che un tema così caldo, sempre all'ordine del giorno anche del Vaticano, potrebbe essere affrontato solo da chi, davanti agli elettori, non ci dovrà andare. Idem sull'immigrazione. "Mi auguro che la crisi non diventi una guerra tra poveri", ha ammonito il ministro dell'Integrazione Andrea Riccardi, tra i più solerti ad abbracciare gli inviti all'apertura del presidente Napolitano. In tempi difficili per molti italiani, parlare di cittadinanza agli immigrati, magari regolarizzati di fresco, sembra un affronto: perché la cittadinanza porta con sé anche accesso a servizi sociali come sanità, alloggi popolari, asili. Materia delicatissima che la Lega, in Lombardia, ha affrontato di peso con tre progetti di legge che fanno discutere. Ventimila in piazza - Tutto questo nel giorno in cui l'Italia si è fermata per ricordare la morte dei due ambulanti senegalesi uccisi a sangue freddo a Firenze dall'estremista di destra Gianluca Casseri. Nella stessa Firenze oltre diecimila persone hanno manifestato per commemorare Mor Diop e Modou Samb. Il corteo, capeggiato dal sindaco della città Matteo Renzi, dal governatore della Toscana Enrico Rossi e dal leader di Sel Nichi Vendola, ha sfilato da Piazza Dalmazia a Santa Maria Novella. Presenti anche Pier Luigi Bersani, Rosy Bindi e Paolo Ferrero. Durante il comizio finale, a Santa Maria Novella, Rossi ha dichiarato: "Faccio appello al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano perché riconosca ai tre senegalesi feriti il diritto, se vorranno, ad avere subito la cittadinanza italiana". Manifestazioni anche a Milano e Napoli. Tensioni nel capoluogo lombardo, dove un gruppo di giovani di origine africana particolarmente irruento nei confronti delle forze dell'ordine ha fatto faticare il servizio d'ordine del corteo. A Napoli il sindaco Luigi De Magistris si è unito al migliaio di persone che manifestavano. "Chiameremo a raccolta tutte le comunità della regione perché i rifugiati possano ottenere il permesso di soggiorno per motivi umanitari", ha dichiarato al termine della manifestazione.