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Littizzetto Volo Dandini & Co: Sinistra ossessionata dal sesso

Dai rapporti orali di Fabio alle allusioni della comica: altro che bunga bunga, vanno alla scoperta delle luci rosse

Giulio Bucchi
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Non fanno che parlare di sesso, ossessivamente. Proprio coloro che stazionano in area sinistrorsa radical chic. Lasciate perdere quelli famosi, gli attori di Hollywood che hanno dovuto farsi ricoverare in cliniche costosissime per riuscire a disintossicarsi dalla bulimica voglia, tipi come Michael Douglas o Sharon Stone ai tempi di “Basic Instict”, o il golfista Tiger Woods, o il Rocco Siffredi caduto in depressione da  crisi di astinenza per mancanza di cinque-sei ore quotidiane passate alla catena di montaggio, si fa per dire. Escludiamo il nostrano Tinto Brass, quante gliene hanno cantate, per la sua lapalissiana ossessione, idolatria di supertette e fondoschiena allargati. No, ci riferiamo a quelli che hanno ancora, quale simulacro di riferimento, un libretto rosso del piacere radical chic, kamasutra reinterpretato ai giorni nostri, quel Woody Allen incoronato sovrano dell'ironia anche erotica, fin dai tempi di “Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso, ma non avete mai osato chiedere” (il film, datato '72, avrà quarant'anni nel 2012). Ci riferiamo ai dandineschi ammiccamenti, al Vergassola sboccato ma salvato dal target (ai tempi di “Parla con me” redarguito per finta da una compiaciuta Serena Dandini, campionessa del doppio senso secondo lei aristocratico) alla Cristina Comencini regista del sesso indignato dai tempi delle ragazze anni ‘60, all'enigmatica Ambra Angiolini tormentacuori e sensi, coniugali e televisivi (come attizza lei Vespa non lo fa nessuno, si è visto durante la puntata dedicata al seguito del film  “Immaturi”) al sinistrorso miliardario Fabio Volo, gran venditore di libri e film: eppure “Il giorno in più”, di cui è protagonista, diretto da Massimo Venier e tratto dal suo romanzo, è scontato da paura, con la benedetta Grande Mela che non se ne può più e scimmiotta Richard Gere in “Autunno a New York”, e c'è pure il cane con il pelo lungo sugli occhi che fa tenerezza. Dove succedono anche i miracoli: la coprotagonista Isabella Ragonese diventa editor su due piedi, non appena sbarca negli Stati Uniti, e poi dicono che il sogno americano è morto con la crisi. E siccome in quell'ambiente lì sono anche noiosi e ripetitivi, ricorre sempre fra loro la formula frustrante degli uomini che ce l'hanno con le donne e viceversa: per cui il Volo attacca le partner sul piano del sesso, e ha dichiarato nel corso di una recente intervista a “Vanity Fair” che le donne che l'hanno deluso sono “quelle che pensano che la loro patata sia una specie di rivale”. E quindi spiega: “tu sei lì a fare sesso orale e dopo un po' loro si scocciano e ti dicono: vieni su e baciami”. E allora mi viene da dire: perchè, scusa, che cosa sto facendo?”.  E quando la giornalista ribatte che le donne si aspettano i baci sulle labbra, lui precisa seccato: . Questa, signori, è autentica finezza globale! Lo squillo di tromba più acuto sul fronte femminile è quello di Luciana Littizzetto, già inventrice dei pregevoli termini “walter” e “jolanda” per definire organi genitali maschili e femminili, cantautrice delle sconcezze d'autore a “Che tempo che fa”. Ora ha pubblicato un libro in tandem con Franca Valeri, “L'educazione delle fanciulle, dialogo fra signorine perbene” (Einaudi), scritto da loro non si può dire del tutto perché sotto il titolo figura la scritta “a cura di Samanta Chiodini”, giornalista della redazione di “Che tempo che fa”, il che la dice lunga su chi delle tre ha lavorato e faticato di più. Dice fra l'altro Littizzetto, mentre lamenta i dispiaceri inflitti dal tempo che passa, per cui gli uomini, che secondo lei pensano solo al sesso, ti ignorano:”a una certa età ti viene il culo secco come un cantuccio e non te ne fai più nulla. Al massimo puoi bagnarlo nel vin santo.” Una perla la sua considerazione sugli uomini: “ Il maschio ha bisogno di tempo per abituarsi. E' come per i cani quando gli insegni a fare pipì sul giornale, che all'inizio non capiscono”. Cara Littizzetto, sappia che fuori dall'area radical chic, il medioevo dei rapporti fra i sessi è finito da secoli.  Sull'ossessione da terminologia radicalpornochic, forse la spiegazione è una sola: il sesso logora chi non lo pratica. E ne parla troppo. di Bruna Magi

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