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Iran, aria di guerra a Hormuz Usa: Non tolleriamo blocchi

Teheran minaccia di chiudere lo stretto alle petroliere, la V Flotta replica. L'Ue: "Andiamo avanti con le sanzioni"

Giulio Bucchi
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Venti di guerra tra Stati Uniti e Iran. Teheran minaccia di chiudere lo stretto di Hormuz, snodo cruciale per il traffico mondiale di petrolio, e un portavoce della V Flotta americana avverte il governo di Ahmadinejad (nella foto): "Ogni impedimento alla navigazione non sarà tollerato". E mentre l'Unione europea prosegue con la linea dura sulle sanzioni, il Golfo torna ad essere il punto caldo dello scacchiere mondiale. Escalation della tensione - Ieri il primo vice presidente iraniano Mohammad Reza Rahimi aveva annunciato che se l'Occidente dovesse imporre sanzioni contro le esportazioni di petrolio iraniano, "nessuna goccia di petrolio transiterà più attraverso lo stretto di Hormuz". Una escalation della tensione cui hanno provato a mettere un freno, senza troppa convinzione, altri dirigenti iraniani. "Chiudere lo Stretto di Hormuz per le forze armate iraniane è più facile che bere un bicchiere d'acqua, ma ora non è necessario dal momento che controlliamo il mar dell'Oman e il transito", ha affermato a PressTv il capo della Marina iraniana, l'Ammiraglio Habibollah Sayyari. L'attenzione nel mondo occidentale rimane altissima. "Stiamo studiando nuove misure e non abbiamo intenzione di rinunciare", ha spiegato un portavoce dell'alto rappresentante della politica estera Ue, Catherine Ashton. Le sanzioni, che la Ue vuole perché Teheran non dà garanzie sul suo controverso programma nucleare, potrebbero già essere adottate durante la riunione dei ministri degli Esteri europei in programma per il 30 gennaio. 

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