Il buon capodanno sovietico: sinistra spegni fuochi e botti

Andrea Tempestini

Dopo un Natale all’insegna della miseria (dovrei scrivere “sobrietà”, ma proprio non ci riesco), con il centro cittadino trasformato nella periferia di Novosibirsk, non pensate che per Capodanno la Milano di Pisapia tornerà a illuminarsi. Lo stile Soviet colpirà ancora almeno fino alla Befanovna (un tempo nota come Epifania). Così anche quella che un tempo era l’unica vera città italiana si adeguerà ai diktat di oltre 830 comuni in cui sono stati vietati i “botti”. Tra loro anche alcune grandi città rette da giunte di sinistra. Nella Torino di Piero Fassino, per esempio, chi vorrà esorcizzare le brutture del 2011 e salutare quelle forse peggiori del 2012 con le tradizionali salve contravverrà a un regolamento che prevede multe fino a 500 euro e anche una denuncia penale per chi fa esplodere «botti, fuochi d'artificio, petardi e articoli pirotecnici in genere». Dietro questa severa decisione non c’è il timore che qualcuno, come ogni anno, perda falangi, arti o addirittura la vita per un incauto maneggiamento degli esplosivi. Tutto nasce da una tutela degli animali domestici che soffrono per i rumori causati dai botti. Chi ha un cane già lo sa: in quei pochi minuti che seguono la prima mezzanotte del nuovo anno i cuccioli di casa vanno a nascondersi sotto i letti, terrorizzati. Giusto quindi tutelarli. Però, invece di impedire a un’intera città di festeggiare, sarebbe più conveniente chiudere il cagnolino in una stanza lontana dal clamore. O abbandonare il calice dopo un sorso e abbracciare il proprio cane, accarezzandolo per farlo tranquillizzare. Non è un sacrificio enorme per chi davvero ama gli animali. A qualcuno il provvedimento torinese pare esagerato. In effetti, come tutto ciò che odora di politicamente corretto, esagerato lo è. E anche a senso unico. Perché nessuno mi tutela quando la cagnolona dei vicini abbaia tutta le notti dell’anno alla Luna. E se non c’è la Luna si accontenta anche di Saturno, pur di non farmi dormire. Ma a Torino hanno deciso così: niente botti a San Silvestro, sì alle auto che rombano per le altre 364 notti sugli infiniti rettilinei del castrum di Cesare e ai caroselli sabatini nelle strade intorno ai Murazzi. A est la musica è la stessa. Se vi trovate nella Venezia di Giorgio Orsoni a cavallo di Capodanno, evitate persino di rompere una noce. Tra campi e campielli sparare i classici botti benauguranti vietatissimo è! Ancora una volta la Serenissima dimostra tutta la sua idiosincrasia verso la primaria fonte del proprio reddito: i turisti. Presto per entrare in piazza San Marco si dovranno indossare le “pattine” come facevano le vecchie zie a chi entrava in salotto. Anche in laguna il desiderio di far cassa prevede multe micidiali a chi fa scoppiare un palloncino. Le signore milanesi in sciarpa arancione per ora non si sono ancora fatte sentire. Dopo un coretto di elogi a Pisapia e alla sua favolosa sobrietà che ha spento in città le luci natalizie “così cheap”, sono tutte fuggite in India a ritrovar se stesse e dove saluteranno il 2012 con il sacro Gange invece che con un banale Gancia. Il loro faro arancione è invece volato in Thailandia. Scelta poco sobria, in fondo. Molto più sobri noi, rimasti qui a lavorare e a combattere le tarme che iniziano a nidificare nel portafogli. Pisapia dovrebbe essere già tornato e quindi non è detto che, sulla scia sobrio-animal-chic, non imponga anche ai milanesi il divieto di botto. La richiesta è già stata avanzata dal Codacons. In questo caso non si tratta di tutelare sensibili carlini e viziati pechinesi. Evitando i botti il Codacons prevede di ridurre l’inquinamento. Sta a vedere che spegnendo i petardi si otterranno risultati che i blocchi del traffico non hanno dato. Anni persi incriminando i poveri Suv e invece lo smog era dovuto a miccette e mini-ciccioli. Un altro suggerimento verso la sobrietà nei festeggiamenti arriva anche dalla componente ambientalista della giunta Pisapia. Carlo Monguzzi, pezzo grosso dell’area “verde” del Partito Democratico e presidente della commissione Ambiente, ha detto: «È purtroppo dimostrato che far esplodere petardi e botti provochi terrore tra cani e gatti e altri animali che fuggono, perdono il senso dell’orientamento o, peggio ancora, muoiono di crepacuore». Il Comune ha fatto sapere che ci penserà. E probabilmente il blocco ci sarà: non sia mai detto che un botto improvviso copra i guaiti del cupo Vinicio Capossela, triste cantautore con il quale la giunta arancione festeggerà in piazza il nuovo anno. All’insegna della sobrietà, of course. di Tommaso Labranca