Cerca
Logo
Cerca
+

Silvio più di SuperMario odia la cancelliera Merkel

Il discorso del Cav: "Sono pronto a tornare per salvarci da Angela. Monti? Riconosce quel che ho sempre detto: serve ottimismo"

Andrea Tempestini
  • a
  • a
  • a

Di seguito pubblichiamo il messaggio che l'ex presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha scritto per i Promotori della libertà. Nei prossimi giorni, di fronte al perdurare della crisi economica e ai sacrifici che l'ultima manovra del governo tecnico comporta per ogni famiglia, la vostra missione, anzi la nostra missione, sarà quella di trasmettere a tutti gli italiani un messaggio di verità, ma anche di speranza. Il presidente Monti, nella conferenza stampa di fine anno, citando le mie parole di un anno fa, ha riconosciuto che il fattore psicologico è decisivo nell'economia e che un moderato ottimismo, anche da parte dei mezzi di comunicazione è indispensabile per uscire dalla crisi. Lo ringrazio perchè non ho mai visto un pessimista realizzare qualcosa di buono nella vita. Anche per questo vi chiedo di impegnarvi in un duplice messaggio. Anzitutto di verità, per dire fino in fondo come stanno le cose, cancellando una volta per tutte la menzogna di chi aveva indicato il nostro governo come l'unica causa dello spread elevato, e quindi della crisi. Ma anche un messaggio capace di aprire i cuori alla speranza, indicando le riforme che siamo pronti a sostenere per un grande cambiamento dell'Italia, perché diventi finalmente una democrazia moderna, che disponga di tutti gli strumenti necessari per governare come avviene in tutte le grandi democrazie occidentali. La realtà è sotto gli occhi di tutti. Nonostante la manovra, lo spread è tornato a livelli molto elevati. E gli italiani sono fortemente preoccupati per il carico di sacrifici che rischiano di diventare inutili se l'Unione Europea non cambia strategia, puntando non solo sul rigore ma anche sulla crescita e soprattutto se la Banca Europea non diventa garante della moneta unica. Purtroppo il maggior carico fiscale è stato imposto soprattutto sulla casa, che è da sempre il bene rifugio principale, l'investimento giudicato più sicuro per l'oggi e per il domani, una sicurezza e una garanzia per il futuro dei propri figli. Ora però occorre puntare risolutamente sulle misure a favore della crescita e lo sviluppo dell'economia, a partire dalla riforma del mercato del lavoro, delle liberalizzazioni e delle privatizzazioni. Monti ha fatto bene ad escludere ulteriori manovre di bilancio, perché nuove tasse sarebbero inconcepibili e determinerebbero effetti recessivi sulla nostra economia ancor più pesanti di quelli che la Banca d'Italia ha già previsto. Come sapete, noi abbiamo votato in Parlamento la manovra di questo governo perché era il male minore, vista la situazione di assoluta emergenza in cui si trova l'unità europea e lo stallo in cui la speculazione internazionale avevano fatto precipitare l'Italia. Continueremo a seguire questo stesso atteggiamento di responsabilità verso l'Italia e gli italiani a sostegno delle altre riforme necessarie per favorire la crescita, riforme che il nostro governo aveva già indicato nella lettera alla Banca centrale europea e all'Europa. Sono misure di cui l'Italia ha assoluto bisogno. Ricordo le principali: l'attuazione del federalismo fiscale, con riguardo ai costi standard della sanità e ai fabbisogni standard dei comuni; i nuovi ammortizzatori sociali e la nuova  legislazione sul lavoro per rendere possibili le ristrutturazioni aziendali; il completamento della riforma della giustizia civile, partendo dal lavoro svolto dai nostri Ministri della Guistizia; le liberalizzazioni dei servizi pubblici locali per superare gli sprechi delle partecipazioni municipali; il sostegno alla ricapitalizzazione delle banche per assicurare il credito e la liquidità alle imprese, indispensabili per uscire al più presto dalla recessione. Su tutti questi temi si potrà intervenire con efficacia e rapidità se d'ora in poi - come auspico - i provvedimenti del governo, prima del varo, saranno concordati anche con noi che siamo la forza di maggioranza relativa in Parlamento. Noi abbiamo assicurato il nostro leale sostegno al governo dei professori ma dobbiamo essere pronti ad ogni evenienza e comportarci come se la campagna elettorale per le elezioni fosse già in corso. Il nostro partito è coeso, non teme la concorrenza di nessuno, anzi abbiamo le porte aperte per chi come noi è parte del Partito Popolare Europeo, la grande famiglia della democrazia e della libertà in Europa. Siamo e resteremo il punto politico di attrazione di tutti i cittadini e di tutte le forze che non si riconoscono nella sinistra. Lo sa l'Udc, che condivide con noi la stessa visione della società e della persona. E lo sa bene anche la Lega, che è sempre stata un alleato solido e leale. Il nostro impegno per le riforme è certo. Nei prossimi mesi vi sarà il tempo sufficiente per realizzare quei cambiamenti istituzionali che sono indispensabili per rendere l'Italia moderna e governabile: più poteri al Presidente del Consiglio e al consiglio dei ministri, che oggi non ne hanno; il superamento del bicameralismo perfetto, che impone riti inadeguati e tempi impossibili per approvare le leggi; la riduzione del numero dei parlamentari; una nuova legge elettorale con l'introduzione della preferenza - andando così incontro alle richieste degli elettori - ma senza abbandonare il bipolarismo e l'indicazione sulla scheda della coalizione e del premier, altrimenti si tornerebbe indietro di vent'anni, quando i governi duravano in media undici mesi e riuscivano solo ad aumentare a dismisura il debito pubblico che grava oggi sulle nuove generazioni. Il giorno della mia discesa in campo ebbi a dire e ancora oggi lo ripeto: l'Italia è il Paese che amo. E l'Italia che noi amiamo deve essere un Paese libero e forte, orgoglioso della propria identità e della propria autonomia di governo, mai succube delle agenzie di rating e della burocrazia europea. E tanto meno succube di quei capi di governo che, per calcolo elettorale, hanno preteso di sostituirsi all'Europa unita e di imporre ad altri Paesi dell'eurozona egoismi nazionali spacciati per giuste soluzioni comuni, soluzioni che si stanno rivelando sbagliate nel metodo e nel merito. Cambiare la nostra Italia è necessario anche per cambiare l'Europa: è questo l'impegno politico del futuro. Lo impone la crisi dell'euro, che è all'origine delle turbolenze dei mercati e della speculazione contro l'Europa. Una crisi che non finirà fino a quando l'euro rimarrà una moneta anomala, che non ha dietro di sé una Banca centrale che sia garante e prestatore di ultima istanza, che garantisca i debiti pubblici come accade per le altre monete forti. Questa missione deve impegnarci nei prossimi anni e vedrà schierata in prima linea, dalla nostra parte, una nuova generazione, una nuova classe dirigente, guidata da Angelino Alfano. Io non li lascerò soli: resterò in campo per vincere le prossime elezioni e perché il governo dell'Italia sia ancora affidato dagli elettori a una forza di democrazia e di libertà qual è la nostra. di Silvio Berlusconi

Dai blog