DiPietro L'incubo di Tonino è quello di sparire: due addii e il gruppo alla Camera non c'è più

Andrea Tempestini

Tonino Di Pietro è confuso, si sente solo, abbandonato, orfano del suo bersaglio preferito, Silvio Berlusconi (è riuscito a tirarlo in ballo ancora dicendo che "continua la politica delle televendite del Cavaliere" perché Monti "magnifica i suoi decreti dandogli egli stesso il nome, da Salva-Italia a Cresci-Italia"). Ma presto il pasdaran dell'Idv potrebbe essere orfano anche del suo gruppo parlamentare alla Camera: un affronto impossibile da digerire per Di Pietro. La notizia è stata riportata dal quotidiano Italia Oggi, che sottolinea l'ultimo passo indietro all'interno dell'Idv. Si deve riavvolgere il nastro fino allo scorso 16 dicembre, quando Renato Cambursano ha lasciato il gruppo dopo aver votato la fiducia alla Camera alla manovra di Monti in dissenso con il suo partito. Oggi il gruppo Idv a Montecitorio conta 21 elementi, rispetto ai 25 che aveva portato in aula nel 2001. Ciò che terrorizza Di Pietro è la legge costituzionale che regolamenta i gruppi parlamentari: non è possibile essere meno di 19 unità. Basterebbero soltanto due nuove defezioni per far sparire l'Idv dalla Camera. Un piede in due scarpe - Ed è alla luce di questo particolare che si può cercare di analizzare più in profondità l'atteggiamento bipolare di Di Pietro, intento in una schizofrenica corsa verso diversi poli: prima contro Monti, poi meno intransigente col Professore, e quindi in contrapposizione con Bersani, verso il quale successivamente si spende in parole di cauta apertura. Per esempio, per quel che riguarda l'operato del governo tecnico, Tonino è passato dal bollarla come "cura da cavallo inutile fatta di lacrime e sangue" a lasciare intendere che potrebbe anche appoggiarla. E ancora, in un'intervista concessa a l'Unità, il leader Idv spiegava che con il ministro dell'Interno Cancellieri "parleremo del problema degli 800 vigili precari ai quali ora scade il contratto". Prove tecniche di dialogo. Quindi la chiosa: "Il governo Monti se si concentrerà su equità e sviluppo lo voterei, dopo aver letto tutte le carte". Altro che opposizione dura e pura: Tonino per non sparire deve tenere un piede nelle proverbiali due scarpe.