Oggi inizia il calciomercato: l'ora dei tappabuchi è arrivata

Andrea Tempestini

Identikit semplici e chiari, non c’è bisogno di un disegnatore. Alla girandola del calciomercato invernale le big italiane arrivano con la necessità di pochi ma mirati “aggiornamenti”.  Claudio Ranieri ha ritrovato ieri l’Inter, intensa doppia seduta sotto la pioggia senza Muntari (col Ghana per la Coppa d’Africa) e Zarate (in permesso dopo essere diventato papà di Mia). Dopo aver impostato la rimonta sul prudente ma redditizio 4-4-2, il mister punta ora a uno step in avanti per qualità e quantità offensiva. Lo fa tornando al 4-2-3-1, il modulo che ha regalato il triplete a Mou, puntando anche su Sneijder (a meno di offerte serie dallo United). La richiesta a Branca è semplice, serve gente che conosca questo modulo. Non a caso Ranieri parla di un rinforzo a sinistra. I nerazzurri puntano su Lucas Moura, esterno d’attacco del San Paolo, classe 92’: tecnica, velocità e senso del gol, insieme a Neymar e Ganso il futuro del Brasile. Unico ostacolo il prezzo. Il San Paolo è disposto a cederlo ma a cifre enormi. Il Chelsea si è già fatto avanti con 30 milioni di euro, l’Inter arrivava a 20, ma Moratti potrebbe anche “tornare Moratti”. A convincerlo la alcune combinazioni: in primis una vittoria sul Parma sabato e l’esito del derby domenica 15. A quel punto, sul tavolo potrebbero finire i 10 milioni non spesi per Edu Vargas, finito al Napoli, e i 15,5 del riscatto (che non ci sarà) alla Lazio per Zarate, vicino all’addio (la Fiorentina lo ha chiesto tramite Lotito). Scelte alternative esistono. Mentre il City smentisce le dichiarazioni di Balotelli («Sto parlando con Inter e Milan»), ci sarebbe Farfan (Schalke04: in scadenza fra sei mesi, costa 5 milioni) e dal Perù rimbalza la voce che Inter e Fiorentina sarebbero già d’accordo (e le frizioni con Della Valle?) per Manuel Vargas, valutato 6 milioni. E intanto Castaignos è vicino al prestito al Bologna. Piuttosto chiara la situazione in casa Milan. Ieri Allegri è tornato sul possibile avvicendamento fra Tevez e Pato, partendo dall’intervista polemica rilasciata dal Papero: «Magari c’è stato un momento dopo l’infortunio in cui si è sentito in disparte. Uno sfogo ci può stare, ma Pato resta, non c’è nessun problema». Chiudendo così all’Apache: «In avanti stiamo a posto così». In realtà Galliani, con la collaborazione dell’agente Fifa Giuseppe Riso, insegue ancora l’argentino (di cui il City vuol disfarsi) ma è disponibile ad attendere fino al 31 gennaio, prendendo i Citizens per “stanchezza”. Solo a quel punto arriverà il via libera per Pato a Parigi e i 50 milioni nelle casse di via Turati, aggirando i giochini al rialzo degli inglesi (il City vuole 3 milioni ora per il prestito e il riscatto obbligatorio a giugno di 23 milioni). Domani, Milan e Psg si sfidano a Dubai in amichevole (ore 16.30 italiane, diretta Mediaset Premium: «Che emozione», ha dichiarato Ancelotti), ma Gilmar Veloz, agente del Papero, è arrivato nell’emirato ed ha organizzato un incontro a tre tra Carletto, il talento brasiliano e lo stesso Veloz. Intanto, il Milan sta per prendere a parametro zero Fabio Ferreira, 27enne difensore del Botafogo, che non ha rinnovato. Arriverebbe subito, come potrebbero esserci novità anche per Ganso, 21 anni, sponsorizzato da Thiago Silva, sogno di lungo corso tornato a un costo più umano (il Santos chiede 20 milioni di euro): chissà che non sia lui il sostituto di Cassano. Quasi tutto fatto, invece, per la Juve. Borriello ha superato le visite mediche e sostenuto il primo allenamento personalizzato (ma col Lecce non ci sarà), ed entro il fine settimana Conte dovrebbe avere pure Caceres, “ripreso” dal Siviglia (prestito con riscatto a 7 milioni): al centro o in fascia, l’uruguagio è maturato dall’esperienza 2009 ed è la pedina che serviva. Domani previsto un nuovo incontro con la Roma per il vice-Pirlo, Pizarro (assente alla ripresa degli allenamenti a Trigoria) e si pensa alle cessioni: Toni è nel mirino del Cagliari, Motta fra Parma e Sporting Gijon, Krasic piace in Inghilterra (Chelsea) e, secondo qualcuno, anche a Moratti. di Tommaso Lorenzini