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Monti, missione da Sarkò: isolare Merkel, salvare Ue

Il premier a Parigi per un asse anti-Berlino: fermare la furia rigorista della Merkel. Il default dell'Ungheria e lo scetticismo inglese lo aiutano

Lucia Esposito
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Un asse con Nicolas Sarkozy per mettere spalle al muro Angela Merkel. E' la strategia del Professore per salvare l'Italia e, molto probabilmente, Unione europea ed euro. Mario Monti oggi pomeriggio, alle 17, incontra il presidente francese per parlare di crisi. Istituti di credito e moneta unica sono già tornati nell'occhio del ciclone, alla luce del crollo del titolo di Unicredit (tutto tranne che un guaio soltanto italiano) e del differenziale tra Btp e Bund ben oltre il livello di guardia. Più che scricchiolii, veri e propri boati, cui si somma il sempre più imminente default dell'Ungheria (l'agenzia Fitch ha declassato il rating di Budapest a 'spazzatura'). Impossibile pensare di procedere con la linea ultra-rigorista voluta da Parigi e Berlino senza mettere a rischio la stessa esistenza dell'Eurozona. Nuovi alleati - Monti farà leva su questo per tirare dalla sua Sarkozy. Con lui parlerà di crescita, competitività ed extradebito. Trovare un accordo gli consentirà di presentarsi mercoledì prossimo a Berlino, all'incontro con la "testona" Merkel, con una buona carta da giocare. Magari proverà a spianargli la strada proprio Sarkò, che lunedì sempre a Berlino sarà impegnato in un bilaterale con la cancelliera. Il tempo infatti stringe: la riunione dell'Eurogruppo è prevista per il 23 gennaio, mentre il vertice straordinario si svolgerà il 30 di questo mese. In questa fitta agenda di impegni, che si concluderanno il 18 gennaio con il faccia a faccia con il premier inglese David Cameron, il Prof vuole completare la risposta da dare all'Europa per fronteggiare la crisi dei debiti sovrani e avviare la cosiddetta 'fase due', ossia crescita e liberalizzazioni. Ma la preoccupazione, ora, è soprattutto per l'Europa. E con le borse continentali sotto pressione e gli attacchi speculativi ai titoli di stato, la Merkel si ritrova improvvisamente più isolata. Monti ha dalla sua Belgio, Polonia, forse Francia. L'Inghilterra si è già tirata fuori, rifiutando accordi comuni. Con l'Ungheria, la fascia delle pericolanti si allarga. Ecco perché Angela non può più fare tutto da sola.

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