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Scoperta Monti e Passera: questa Ue ci porta al crac

Il governo pareva l'emissario dei burocrati di Bruxelles. Ora pure i prof si accorgono che l'Euro-Merkel ci può condannare

Lucia Esposito
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Questo governo sembrava l'emissario dei burocrati di Bruxelles e invece ora c'è da ricredersi. Per il momento a parole, poi vedremo con che fatti, i professori si sono accorti che questa Europa Merkocentrica ci sta portando al crac e hanno tirato fuori un po' di attributi. L'obiettivo è giocare l'ultima carta. Portare dalla nostra parte la Francia. Isolare la Germania e far diventare l'Italia l'ago della bilancia. O al peggio crearsi un decisivo potere di veto. In sostanza Mario Monti che di solito fa il poliziotto cattivo in Italia e quello buono in Europa (a differenza di Corrado Passera che veste le uniformi contrarie) ha indossato da ieri i panni berlusconiani di chi è pronto a mandare al diavolo l'Europa formato Merkel. Sfruttando le divisioni sempre più forti sull'asse franco-tedesco per tentare di portare a casa una serie di risultati concreti per l'Italia. In primis, la possibilità di mettere debito per finanziare la crescita senza che le cifre debbano essere inserite nel calcolo di deficit e debito pubblico. Non a caso ieri si è assistito a una fuga in avanti di Parigi, che, contrariamente a Berlino, ha annunciato di voler introdurre la Tobin tax entro l'anno in corso «per dare l'esempio». E i partner europei hanno reagito: la germania ha ribadito di avere da tempo come obiettivo l'introduzione della tassa sulle transazioni finanziarie, nel contesto dell'Europa a 27 però. Qui si è inserito il premier italiano che, promettendo una nuova apertura di Roma, ha messo in guardia dai tentativi di giocare in solitario su questo argomento. La Tobin tax sarà comunque uno dei temi dell'incontro bilaterale in programma a Berlino lunedì prossimo fra Nikolas Sarkozy e Angela Merkel. A lanciare il sasso era stato in mattinata il consigliere speciale del presidente francese Henri Guaino: «Prima della fine di gennaio ci sarà una decisione sull'introduzione in Francia della tassazione delle transazioni finanziarie», ha detto su Bfmtv. Parigi aveva già annunciato che una proposta franco-tedesca sarebbe stata presentata il 23 gennaio a Bruxelles, e i due Paesi vogliono mettere la proposta in agenda del summit europeo del 30 gennaio. A fine settembre la Commissione Europea aveva presentato una proposta di introduzione della Tobin tax nell'eurozona a partire dal 2014: la tassa dovrebbe portare alle casse europee 55 miliardi di euro l'anno. «La Germania ha da molto tempo la stessa posizione sulle Tobin tax - ha risposto ieri  in conferenza stampa dal canto suo il portavoce del governo di Angela Merkel Steffen Seibert -. L'auspicio di inserirla a livello mondiale non può essere realizzato adesso, ma l'obiettivo di Berlino è che la tassa sulle transazioni finanziarie sia imposta nell'Europa a 27».  Nel clima teso dei vertici anticrisi, Berlino ha intanto guadagnato ieri l'ok olandese, con il premier Mark Rutte, che si è allineato contro gli eurobond, sostenendo che il tetto per il futuro fondo europeo Esm da 500 miliardi sia sufficiente. La crisi del debito internazionale continua a incalzare però anche la locomotiva tedesca: è di oggi il dato di un crollo degli ordinativi industriali che ha novembre hanno segnato una flessione del 4,8%. Il calo più pesate dal gennaio 2009. E qui è l'altra crepa in cui Monti cercherà di insinuarsi per portare a casa un secondo risultato. Simile a quello su cui puntò con metodo diverso Giulio Tremonti. Trattasi dell'eurobond. Solo che l'attuale premier e ministro dell'Economia sembra molto più proposte a giocare di sponda, sfruttare le storiche amicizie di Bruxelles e sfruttare le debolezze degli alleati. Certo niente scontri frontali come ci aveva abituato l'ex titolare di via XX Settembre. Infine, la missione di Monti oltre ad avere una benedizione bipartisan (sia Cicchitto che Franceschini hanno detto: vai e torna vincitore) è stata preparata da inedite dichiarazioni uscite dalla bocca dell'ex numero uno di IntesaSanpaolo e neo ministro dello Sviluppo Economico-Infrastrutture. «Questa Ue è troppo lenta nelle decisioni», ha detto Passera mentre i titoli bancari crollavano e venivano travolti dall'isteria prodotta dall'Ungheria ma soprattutto dalle indicazioni dell'Eba sugli aumenti di capitale degli istituti. E qui Monti avrà il terzo incarico da portare a termine: il bagno di sangue di Unicredit in pre aumento di capitale è il chiaro simbolo che le banche rischiano una ulteriore contrazione dei prestiti. Fino ad ora l'Europa ha sbagliato anche sulle banche. È il momento di trovare qualche soluzione. Anche politica. di Claudio Antonelli

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