Supermanager, affitti e auto: via ai tagli di Palazzo Chigi

Matteo Legnani

Segnali "pesanti". Sono quelli che Palazzo Chigi intende inviare, in tempi che lo stesso premier Mario Monti ha definito "brevi", in tema di contenimento della spesa pubblica, aspettando che il Parlamento metta mano agli stipendi di deputati e senatori. Il piano si articola in quattro punti: in cima alla lista ci sono gli stipendi dei manager di Stato e degli alti dirigenti del pubblico impiego. A mettere mano alle forbici sarà la commissione Giovannini sui costi della politica. Il secondo segnale,Monti intende inviarlo ai dicasteri del suo governo, dove un'apposita commissione di controllo avrà il compito di segnalare chi non rispetta le regole. La lista di 36 pagine relativa agli impegni da rispettare va dalla stretta sugli incarichi onorifici alla riduzione fino all'80 per cento delle spese per pubbliche relazioni e convegni, alla riduzione delle missioni e delle auto blu (il cui censimento terminerà il 20 gennaio). Il terzo capitolo del piano riguarda gli affitti della pubblica amministrazione, con l'idea di trasferire tutti gli uffici non situati in immobili dello Stato in strutture appartenenti al Demanio, come le caserme dismesse. Quarta voce, le Province, con ulteriori controlli sui risparmi effettivi che la loro abolizione comporterebbe. Infine, Palazzo Chigi, il cui tetto di spesa per il 2012 è stato fissato a 2 miliardi 413 milioni di euro, cioè 486 milioni meno dello scorso anno. Un meno 16 per cento che Mario Monti intende far valere di fronte alle inevitabili resistenze che la sua riforma incontrerà in non pochi settori della publica amministrazione.