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Merkel la furbetta: allo studio i trucchi per barare sul deficit

Anche Angela ha le sue gatte da pelare, e così indaga sul metodo migliore per aggirare il vincolo del pareggio di bilancio

Andrea Tempestini
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Il benservito di Carlo Malinconico non è il massimo splendore per l'odierna presentazione a Berlino del programma di Mario Monti, ma anche Angela Merkel ha le sue gatte da pelare. Il ministero delle Finanze ieri ha dovuto sfornare una smentita maiuscola perché l'immancabile Bild aveva sparso la voce che si stava progettando una nuova modifica tutt'altro che virtuosa della legge salva-banche varata nel 2008 dopo il crac Lehman e aggiornata appena un mese fa dal consiglio dei ministri. Si vociferava di un trucco per aggirare il vincolo costituzionale del pareggio di bilancio già codificato in Germania e imposto ai partner europei col nuovo Patto fiscale. È stato comunque ammesso che si studia una norma per consentire, con voto del Bundestag, un sostegno straordinario alle banche a carico del bilancio statale per gravi emergenze. Mediobanca informa che dal 2008 il Tesoro federale si è accollato 418 miliardi per aiutare 13 istituti di credito tedeschi, vale a dire cento volte di più dei 4,1 miliardi impiegati per la stessa iniezione nelle banche italiane. Nuvole anche sull'economia reale: Deutsche Bank prevede recessione in Germania nel primo semestre. Intanto, appena ripartito Sarkozy, il governo Merkel rischia di spaccarsi per il no alla Tobin Tax dell'alleato liberale.  Un'altra incognita destabilizzante è l'attaccamento alla poltrona di Christian Wulff. Il capo dello Stato, voluto dalla cancelliera e pizzicato dalla Bild con un prestito a basso costo, non intende dimettersi. Dicono che Wulff abbia «un rapporto tattico con la verità». Aveva promesso di rispondere a 400 domande, ma non vuole più farlo. Per il successore manca ad Angela una maggioranza sicura. di Enzo Piergianni

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