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Puliva i wc in autostrada Licenziata per le mance

Un'addetta alla pulizia dei bagni nelle aree di servizio ha perso il lavoro. L'avocato: il datore di lavoro non più impedire l'atto di liberalità

Lucia Esposito
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Licenziata per aver accettato le mance dai clienti. E' successo a un'addetta alla pulizia dei bagni nelle aree di servizio lungo la A22. Secondo quanto scrive il Corriere del Trentino, quando la donna era stata assunta nel gennaio del 2007, la società aveva messo nel contratto una clausola che vietava di «esporre tavoli, sedie, banchi e qualsiasi altro supporto per la raccolta delle mance». Pena il licenziamento. Dopo un anno era arrivato anche un ordine di servizio che specificava: «È assolutamente vietato chiedere denaro, pena un'ammenda che va da 500 a 5.000 euro». L'avvocato della donna, però, ha presentato ricorso al giudice del lavoro di Trento sostenendo che la donna non ha mai chiesto una mancia, ma erano i clienti a darla. «La mancia — spiega il legale nel ricorso — è un atto di liberalità di terzi, sul quale il datore di lavoro non può incidere in alcun modo, se non, eventualmente, per pretendere una spartizione, ma non certo per impedire l'atto di liberalità in sé, ovvero la sua accettazione da parte del dipendente».

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