Il Senatùr punge Bobo: Chi se ne frega di Maroni

Andrea Tempestini

Da Umberto Bossi arriva una sciabolata contro Maroni. "E' scontento per l'esito del voto? Non piangeremo", ha tagliato corto con sarcasmo il Senatùr. Il punto è che Nicola Cosentino è salvo: non andrà in carcere. Decisivi i voti dei radicali (a sinistra è rottura col Pd) e quelli della Lega Nord, a cui il leader Bossi aveva lasciato libertà di coscienza sul voto all'ultimo. Nel Carroccio da tempo si consuma lo scontro tra il Senatùr e Roberto Maroni, uno scontro salito d'intensità proprio nei giorni decisivi del caso-Cosentino (dopo il voto, a Montecitorio, si è quasi arrivati alle mani). L'ex ministro dell'Interno spingeva per l'arresto mentre il leader, dopo le pressioni di Silvio Berlusconi, si era mostrato più conciliante. Così, dopo il voto a Montecitorio, sono arrivate nuove taglienti dichiarazioni del numero uno leghista. "Non siamo forcaioli" - Il leader del Carroccio ha poi aggiunto che "nella Lega non c'è nessuno che dice che i napoletani devono andare in galera a tutti i costi. La Lega non vuole mandare dentro a tutti i costi un terrone solo perché è un terrone". Quindi la chiosa: "Non siamo mai stati un partito forcaiolo. La storia della Lega non è mai stata forcaiola. La linea era quella della libertà di coscienza, e nel dubbio votare sì". Una posizione non condivisa da Maroni, che ha spiegato: "La base non capirà. Io ero favorevole all'arresto perché ritengo non ci fosse fumus persecutionis. Ma non c'è nessun disaccordo con Bossi", ha provato a gettare acqua su un fuoco più acceso che mai. "La Consulta? Me lo aspettavo" - Bossi, conversando con i cronisti, si è lasciato andare anche a qualche battuta sugli ultimi sviluppi politici. Sulle liberalizzazioni ha spiegato che "sono troppo forzate, non è che imponi la volontà all'improvviso. Ad esempio sui taxi che per tanti anni hanno lavorato con difficoltà e sottopagati". Quindi sulla sentenza della Corte Costituzionale che ha respinto il referendum sulla legge elettorale: "Immaginavo che la consulta avrebbe detto no, altrimenti non ci sarebbe più stata una legge con cui andare al voto", ha sottolineato Bossi.