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Le telefonate che svelano le bugie di Schettino

Il comandante della Costa Concordia alla Capitaneria, alle 00.32: "Sto guidando l'evacuazione". Ma è già sulla scogliera, poi si tradisce. La guardia costiera: "Cosa vuole fare, tornare a casa?"

Giulio Bucchi
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Una telefonata da guappo, se non ci fosse di mezzo una tragedia. Tra le conversazioni sequestrate dalla Procura di Grosseto che sta indagato sulla sciagura della Costa Concordia che venerdì sera si è inabissata a pochi metri dalle coste dell'Isola del Giglio, provocando 6 morti e 16 dispersi, ne emerge una che inchioda il comandante Francesco Schettino. Dall'altra parte della cornetta c'è la Guardia costiera, cui il capitano assicura di essere a bordo quando invece ha già lasciato la nave. Tanto che nella concitazione di coprire la propria fuga si scopre e l'ufficiale della Guardia costiera, alterato, gli chiede "Cosa vuole fare, vuole andare a casa?". Quando gli viene riferito della presenza di cadaveri, Schettino chiede: "Quanti?". E l'ufficiale della Capitaneria: "Deve dirmelo lei!". Le telefonate - La prima telefonata risale alle 00.32 di venerdì sera. Secondo testimoni, a quell'ora il capitano è già in salvo sulla scogliera del Giglio. La Capitaneria chiede a Schettino quante persone sono ancora a bordo. Schettino risponde 2-300. In pratica, sarebbero state evacuate 4mila persone in soli 40 minuti dall'abbandono nave. "Ora torno sul ponte - assicura alla Capitaneria -. Ero andato a poppa per capire cosa stava succedendo". "Rimarrà solo lei?", chiede la sala operativa. "Credo di rimanere solo io", replica. Alle 00,42 una nuova telefonata al comandante. La Capitaneria chiede nuovamente informazioni sulle persone da evacuare: "Ho chiamato la società - risponde il comandante - e mi dicono che ci sono un centinaio di persone". In realtà l'evacuazione è ancora quasi appena iniziata. "Io sto coordinando", assicura Schettino all'ufficiale. Poi però s'inguaia ammettendo che "non possiamo salire più a bordo perché stava appoppando, abbiamo abbandonato la nave". L'ufficiale, sorpreso, chiede conferma: "Comandante, ha abbandonato la nave?". Schettino ritratta: "No, no, macchè abbandonato la nave". All'1,46 la telefonata più concitata, con la Capitaneria che riprende il comandante: "Adesso lei va a prua, risale la biscaggina (la scala di corda delle navi, ndr) e coordina l'evacuazione. Ci dice quante persone ci sono ancora: se ci sono bambini, donne, passeggeri e il numero esatto di ciascuna di queste categorie. Vada a bordo. Cosa fa, lascia i soccorsi?". Schettino: "No, no, sono qua, sto coordinando i soccorsi". L'ufficiale ricomincia: "Comandante, è un ordine, ora comando io. Lei ha dichiarato l'abbandono nave, vada a prua, risalga sulla nave e vada a coordinare i soccorsi. Ci sono già dei cadaveri". Schettino: "Quanti?". L'ufficiale: "Deve dirmelo lei, cosa vuole fare, vuole andare a casa? Lei ora torna sopra e ci dice cosa si può fare, quante persone ci sono e di cos'hanno bisogno". Schettino di nuovo assicura: "Va bene, sto andando". Secondo la Capitaneria, tuttavia, non risalirà più a bordo.  

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