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Sette giorni per salvare Atene "Default? Tempi brevissimi"

Capo dei negoziatori con la Grecia lancia un drammatico appello: "Abbiamo una settimana". Il pessimismo di S&P

Andrea Tempestini
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La Grecia a un passo dal baratro. Atene, come si dice da mesi, potrebbe essere già fallita: tutta l'attenzione dei governi europei potrebbe rivelarsi inutile, nonostante gli sforzi dei negoziatori incaricati di trovare un accordo sulla ristrutturazione volontaria del debito. L'ultimo drammatico grido d'allarme è stato lanciato dal capo dell'Iif, l'organizzazione che raggruppa banche e creditori esposti verso la Grecia: Charles Dallara ha spiegato in un'intervista al Financial Times che "c'è tempo solo fino alla fine della settimana per evitare il default ellenico", e ha aggiunto che "c'è qualcuno che rema contro" il salvataggio. "Intesa entro la settimana" - Formalmente per finalizzare l'intesa senza la quale non potrà essere sbloccata la seconda tranche di aiuti alla Grecia (un pacchetto da 130 miliardi varato in autunno dall'Unione Europea) c'è tempo fino al 20 marzo, quando Atene dovrà rifinanziare 14,5 miliardi di titoli di Stato. Ma Dallara taglia i tempi drasticamente: "Per il taglio del debito da 100 miliardi di euro serve un'intesa entro la fine della settimana", ovvero prima dell'Eurogruppo in calendario per il 23 gennaio. Il capo dell'Iif ha aggiunto che mentre "tutti i capi di Stato europei dicono che vogliono un accordo con un 50 per cento di haircut su base volontaria, alcuni dei loro collaboratori non stanno seguendo questo principio". I negoziati tra il fondo e Atene sono stati interrotti lo scorso venerdì, il giorno in cui Standard & Poor's ha deciso il declassamento del debito di mezza Unione Europea: le operazioni dovrebbero riprendere domani, mercoledì 18 gennaio. Si tratterà anche sui tassi di interesse che verranno offerti con i nuovi titoli; la Germania insiste per limitarli al 2-3%, ma i detentori chiedono il 5%: l'accordo pare essere lontano, nonostante i tempi sempre più contingentati. "Atene, default in tempi brevi" - E una nuova bordata contro Atene e l'intero Vecchio Continente è arrivata lunedì dal responsabile del monitoragguio dei rating sovrani europei di S&P, Moritz Kraemer, che prevede un "default della Grecia in tempi molto brevi. Non saprei dire se ci sarà una soluzione alla fine degli attuali negoziati - ha aggiunto -. C'è molta strategia del rischio calcolato e un default disordinato avrebbe ramificazioni su altri paesi, ma credo che i politici vogliano evitarlo. I giochi sono ancora aperti", ha concluso. La fiducia di Papademos - Da parte loro le istituzioni greche continuano a scacciare lo spettro del default. Il premier ellenico, Lucas Papademos, lunedì ha ribadito che "l'abbandono dell'euro non è un'opzione" presa in considerazione. Papademos ha anche sfoggiato ottimismo sulla possibilità di raggiungere un'intesa con l'Iif. Secondo il premier, nonché ex banchiere centrale di Atene, lo stop alle trattative di venerdì scorso è stata "una piccola pausa nelle discussioni, ma sono fiducioso che continueranno e che raggiungeremo in tempo un accordo che sia accettabile da entrambe le parti". Parole di simile tenore sono arrivate da Bruxelles, dove un portavoce della Commissione europea si è detto "fiducioso" sulla possibilità di trovare un accordo "al più presto". Parole e appelli che devono essere seguite dai fatti: il tempo stringe.  

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