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Faida delle Olgettine: Berardi e Guerra contro Nicole Minetti

Le due ragazze parti civile contro la consigliera: "Siamo vittime del reato di induzione alla prostituzione"

Andrea Tempestini
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Una guerra tra Olgettine. Barbara Guerra e Iris Berardi, due delle ospiti fisse alle serata organizzate a Villa San Martino da Silvio Berlusconi, si sono costituite parte civile - ma solo nei confronti di Nicole Minetti - nel cosiddetto processo "Ruby-bis", collegato a quello che vede come imputato l'ex premier. L'annuncio è stato dato venerdì mattina nell'aula del processo a carico di Emilio Fede, Lele Mora e della consigliera regionale del Pdl. In aula si sono presentate Ambra Battilana, Chiara Danese e Imane Fadil , che si erano già costituite parte civili nei confronti di tutti e tre gli imputati alla scorsa udienza. Nessun'altra delle 33 ragazze a cui era stato notificato il decreto del giudizio avviato come persone offese si è presentata oggi in aula o ha fatto pervenire  una richiesta di costituzione. Il pianto in aula - Le istanze avanzate dalle cinque ragazze con la richiesta di costituirsi parte civile sono state accolte dalla quinta sezione penale del Tribunale di Milano. Per i giudici, nonostante le opposizioni delle difese, le loro domande sono legittime soprattutto per quanto riguarda i danni morali sollecitati per quanto attiene "la compressione dell'autodeterminazione della sfera sessuale". Mentre gli avvocati discutevano della sua richiesta di costituirsi parte civile, la Battilana è scoppiata in un pianto a dirotto, tanto che ha dovuto allontanarsi dall'aula.Le motivazioni - La Guerra e la Berardi si sono dicharate parti offese perché "vittime e persone offese" dell'induzione e del favoreggiamento della prostituzione nei presunti festini: è così che l'avvocato Luigi Faggella, il loro legale, ha spiegato il senso della richiesta, richiamandosi all'ordinanza del giudice di Milano. Le due ragazze chiedono di essere parti civili contro la Minetti perché, ha chiarito il legale, "i fatti che le riguardano sono da ascriversi alla sola consigliera regionale". Nella scorsa udienza il giudice della quinta sezione penale di Milano, Anna Maria Gatto, aveva disposto di notificare il decreto che ha disposto il processo a tutte le trentadue ragazze maggiorenni che avrebbero partecipato, assieme a Ruby, ai presunti festini di Arcore: secondo una recente giurisprudenza anche le persone che subiscono il reato di induzione e favoreggiamento della prostituzione sono da considerarsi "vittime" e persone offese da reato. Per questi motivi, come ha spiegato Faggella, la Berardi e la Guerra hanno deciso di chiedere di essere parte civile. Nella richiesta, le due giovani lamentano "una danno morale", mentre come ha aggiunto l'avvocato, "il danno all'immagine è nei fatti ed è dovuto al battage pubblicitario del processo". L'avvocato, infine, ha fatto riferimento ai principi espressi nell'oridnanza del giudice, ossia alla "libertà di autodeterminazione nella sfera sessuale della donna e alla dignità della persona". La difesa - Secondo i legali di Mora, Fede e Minetti, non ci sarebbe stato un "danno di immagine" per le ragazze che si sono costituite parte civile. Secondo gli avvocati il danno lamentato non è risarcibile poiché "è derivato dall'esposizione mediatica, non dai reati contestati". In sostanza, hanno sottolineato le difese, per Ambra e Chiara, invitate ad Arcore nella sera del 22 agosto 2010, il fatto di non aver concesso nulla di sessualmente rilevante, non rende "perfezionato il reato di induzione della prostituzione". 

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