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Farmacisti, benzinai, avvocati La protesta delle categorie

Liberalizzazioni scatenano le proteste. Sciopero dei taxi e delle pompe. Anche i legali incroceranno le braccia e sospenderanno le udienze

Andrea Turco
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Il pacchetto di liberalizzazioni di Mario Monti scatena la rivolta delle categorie. In prima fila i tassisti. Dopo la mobilitazione del venerdì al Circo Massimo e dopo il blocco del traffico un gruppo, dopo l'annuncio del decreto, ha espresso la volontà di "marciare su palazzo Chigi". Le forze dell'ordine hanno cordonato i tassiti per evitare cortei spontanei. Poi l'annuncio della categoria: "Lo sciopero del 23 è assolutamente confermato perché non ci sono motivi per dire ai colleghi di non scendere in piazza", aveva spiegato già nel pomeriggio Pietro Martinelli, segretario dell'Ugl Taxi. La posizione dei tassisti non è cambiata dopo la conferenza stampa tenuta in serata dal premier Monti. Farmacisti e benzinai - Ma non ci sono soltanto i tassisti sul piede di guerra. I farmacisti hanno attaccato duramente il governo, definito "ostile e ricco di pregiudizi contro la categoria". I farmacisti hanno proclamato lo stato di agitazione e la serrata: a breve verranno stabiliti i tempi e le modalità della protesta. Quaindi i benzinai, che però non potranno scioperare per più di tre giorni: lo ha stabilito l'Autorità di garanzia. Ma i benzinai puntano i piedi e minacciano l'astensione al lavoro "nel rispetto della commissione di garanzia". Sciopero sarà, ma non per più di 72 ore consecutive. A Milano sabato hanno manifestato anche un migliaio di professionisti degli ordini di Lombardi, Piemonte, Triveneto, Liguria, Emilia Romagna e Valle d'Aosta: persenti notai, ingegneri, commercialisti, medici, infermieri, dentisti, farmacisti aderenti al Comitato unitario delle professioni. Avvocati e notai - Di pari passo monta la protesta degli avvocati, che parlano di "liberalizzazioni selvagge" e hanno annunciato uno sciopero di due giorni, proclamato il 23 e il 24 febbraio, e una settimana di astensione dalle udienze nei primi giorni di marzo. Maurizio de Tilla, dell'Organismo unitario dell'avvocatura, ha spiegato: "Qui si punta alla rottamazione del processo civile. Le manovre economiche e tutti gli interventi legislativi hanno disintegrato il diritto di difesa dei cittadini". La cassa forense ha spiegato di condividere "tutte le preoccupazioni dell'avvocatura" e aderisce "a tutte le iniziative che verranno prese". Sul piede di guerra pure i penalisti. Secondo l'Unione Camere penali, le liberalizzazioni sono un'iniziativa di "pura propaganda e vanno contro l'interesse dei cittadini". Pronto lo sciopero pure dei notai.

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