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Il viceministro: Ti laurei dopo i 28 anni? Sfigato

Bacchettata di Martone agli studenti fuori corso: essere secchione non è un male. Bravo chi si iscrive a un istituto tecnico a 16 anni

Lucia Esposito
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Il governo dei cattivi, dei duri e puri, dei professori comincia a dare le bacchettate. Una, durissima, pesante e sferzante come una bastonata, l'ha data il viceministro al Lavoro e alle Politiche Sociali, Michel Martone. Bisogna dare messaggi chiari ai   nostri giovani. E lui il viceministro del ministero del Lavoro e delle politiche sociali ne ha dato uno che più chiaro nonn si piò. Non ha usato mezzi termini: "Se a 28 anni non sei ancora laureato sei uno   sfigato”. Intervenendo nella sede dell'ex opificio in  via Ostiense all'incontro dedicato all'apprendistato Martone ha   aggiunto: “Se invece scegli di fare un istituto tecnico a 16 anni sei  bravo.  Essere secchioni, in fondo - ha proseguito - non è male,   almeno hai fatto qualcosa”. Presenti tra gli altri, il presidente   della Regione Lazio, Renata Polverini, l'assessore al Lavoro e alla   Formazione Mariella Zezza, il direttore del Censis Giuseppe Roma, Elena Ugolini, sottosegretario del ministero dell'Istruzione, della   Ricerca e dell'Università. Chi è Michel Martone? I dettagli di una carriera fulminea Strada spianata - Michel Martone ha un curriculum pieno di titolie meriti, ma certo per  lui  è stato più facile: suo padre Antonio, è stato avvocato generale in Cassazione, ex presidente dell'associazione nazionale magistrati. Brunetta lo aveva chiamato a presiedere la Commissione per la valutazione, la trasparenza e l'integrità e poi stato coinvolto nell'inchiesta sulla P3. Troppo facile bollare chi non si laurea come uno sfigato, lui che può visto che è al governo perché non propone un aumento delle tasse per i bamboccioni, per gli studenti che pur non lavorando sono ancora fuori corso? Martone potrebbe diventare l'icona di tutti i genitori esasperatida figli che sostengono un esame ogni morte di Papa, che perdono tempo senza concludere niente. Che a parole studiano ma nei fatti non hanno nessun interesse per i libri. Il ministro loda chi invece, con onestà, capisce che lo studio matto e disperato non fa lui lui e decide di imparare un mestiere iscrivendosi a sedici anni a un istituto tecnico. Le reazioni politiche - "Ci sentiamo in diritto ed, anzi, in dovere, di far presente al ministro Martone che i messaggi culturali positivi, su cui, per altro, siamo pienamente d'accordo, sono ben lontani dall'assegnazione del bollo di sfigato a chi non si laurea entro i 28 anni". Lo dice in una nota Antonio Borghesi, vice capogruppo dell'Italia dei Valori alla Camera. "E' fuori luogo che un ministro della Repubblicai erga a giudice di chi tarda a conseguire la laurea, perchè magari ha un posto di lavoro da conservare gelosamente, vista la situazione nera nel nostro paese". "Il ministro del lavoro, inoltre - conclude Borghesi - anzichè gettare sentenze offensive su chi ancora studia, farebbe meglio a parlare della materia che è chiamato a rappresentare e dei modi in cui intende affrontare la disoccupazione. Semmai, inviti il suo collega che si occupa dell'istruzione a concepire norme sul diritto allo studio che consentano di rendere più breve il percorso di laurea anche agli studenti lavoratori".  "Sono d'accordo con il viceministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Michel Martone, quando afferma che i figli di papà che passano da un centro sociale o da un circolo all'altro piuttosto che laurearsi siano degli sfigati". Lo afferma in una nota Davide Cavallotto, deputato della Lega nord. "Ma applicare lo stesso giudizio a quei ragazzi che si laureano in ritardo perchè costretti a lavorare per mantenersi gli studi, e che magari non hanno un papà magistrato che gli paga un'università privata, è un giudizio superficiale e snob. Se il viceministro lo desidera, gli posso far conoscere tanti giovani che sono in queste condizioni e che non sono fortunati come lo è stato lui".

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