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Martone ha ragione, ma lo sa: papà conta più della laurea

Polemiche sulla frase del viceministro al Lavoro: è diventato professore a Teramo ad appena 32 anni, e senza aver fatto il dottorato

Nicoletta Orlandi Posti
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Michel Martone si è lasciato andare a un giudizio decisamente poco sobrio, seppur condivisibile: "Chi non si laurea entro 28 anni è uno sfigato". Ne è seguita una pioggia di polemiche e la sua parziale retromarcia: "In futuro cercherò di essere più sobrio", ha commentato ripropondendo la parola chiave del governo di Mario Monti ("sobrietà"). Ma chi è Michel Martone? Prima di tutto è il viceministro del Lavoro e delle Politiche Sociali del governo dei tecnici, il numero due di Elsa Fornero, il ministro 'delle Lacrime' con la quale i rapporti sono piuttosto tesi. Un ruolo di prestigio, quello di viceministro, che ha raggiunto a 38 anni (appena compiuti: è nato l'8 gennaio 1974). Un ruolo che ha ottenuto, al pari di tutti i membri del governo dei tecnici, senza la legittimazione popolare, ossia senza il ricorso alle elezioni. E' poi il figlio di Antonio Martone, avvocato generale in Cassazione ed ex presidente dell'Associazione Nazionale Magistrati (l'Anm). Infine un dettaglio non trascurabile, soprattutto in considerazione della sua boutade: è diventato professore ordinario di diritto del lavoro presso la facoltà di Giurisprudenza dell'Università degli studi di Teramo nel 2005, ad appena 32 anni, e senza aver fatto il dottorato. Una strada piuttosto spedita, quella percorsa dal viceministro. Martone, insomma, ha anche ragione. Ma ci sono diversi laureati di 24 anni "sfigati" come quelli di 28. In Italia conta di più una laurea o il nome del papà?

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