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Concorsi pubblici, la laurea conterà meno per le selezioni

In Consiglio dei ministri il decreto sulle semplificazioni: il titolo di studio peserà meno, diventano più importanti le prove

Lucia Esposito
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Sarà dato un peso ridotto ai titoli di studio nei concorsi pubblici. Non è stato abolito il valore legale ma certamente avranno un'importanza minore. Questa una delle novità introdotto nel decreto sulle semplificazioni che sarà varato oggi, 27 gennaio in consiglio dei ministri. Per partecipare ai concorsi pubblici la bozza prevede all'articolo nove "l'equiparazione dei titoli di studio professionali in casi in cui non sia avveuta una disciplina di livello comunitario". E, a parte la laurea in medicina, per cui esiste una disciplina comunitaria, la laurea perderà peso per tutte le selezioni nella pubblica amministrazione. Non ci saranno puni in più a seconda del tipo di laurea e nemmeno in base al volo. Avranno più importanza le prove del concorso. Inoltre sarà introdotto un nuovo metodo di valutazione dei corsi di laura che dovranno avere l'ok dell'Anvur, l'agenzia per la valutazione del sistema universitario. Che darà un giudizio sintetico sul corso stesso. Arriva un duro colpo anche per le università telematiche, quelle che rilasciano lauree a distanza: verranno azzerati i fondi. Un'altra novità riguarda i ricercatori di tutti le università che dovranno fare solo ricerca mentre finora venivano utilizzati anche per alleggerire il carico di lavoro dei professori.

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