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Vuole far tornare lei a Napoli s'inventa sequestro a Trento

A Trento una storia degna del film "Benvenuti al Nord". Ventenne campano denunciato per simulazione di reato

Matteo Legnani
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    Si dice a volte che la realtà supera la fantasia o quello che si vede nei film. Come la storia capitata a Trento, degna della pellicola "Benvenuti al Nord" che sta spopolando nelle sale proprio in questi giorni. Un ventenne napoletano nostalgico del Golfo e del Vesuvio, per convincere la fidanzata che Trento non è una città sicura e che quindi sarebbe stato meglio tornare nel luogo d'origine, ha denunciato ai carabinieri di essere stato sequestrato e rapinato da una banda di malviventi albanesi.   Il giovane napoletano, alloggiato da due settimane presso parenti in un paese del Basso Sarca, si è presentato ai carabinieri di Riva del Garda raccontando di essersi recato a Trento per il suo primo giorno di lavoro da barista e, una volta arrivato alla stazione dei pullman, di essere stato caricato a forza su un'auto e trasportato nei pressi del fiume Adige. Qui ha detto di essere stato rapinato del cellulare dopo essere stato anche picchiato da tre albanesi. Il racconto non ha però convinto i carabinieri. Messo alle strette, il ragazzo ha confessato tutto: le lesioni se l'era procurate da solo, così come aveva distrutto i propri occhiali da vista, strappato il giubbotto e gettato nel fiume il cellulare. Il motivo di tutta questa messinscena? Convincere la fidanzata che il Trentino è una zona invivibile e che era meglio tornare in Campania. La ragazza, al contrario, afferma che al nord si trova bene. Alla fine ha rimediato una denuncia per simulazione di reato.    

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