Facciamo Silvio senatore a vita al posto dell'ex presidente

Giulio Bucchi

Oscar Luigi Scalfaro ha lasciato un vuoto. Fisico, oltre che morale per chi lo riteneva degno di incarnare una forma di moralità. Il vuoto è quello del laticlavio che condivideva a Palazzo Madama con Giulio Andreotti, Emilio Colombo, Rita Levi Montalcini, Mario Monti e Sergio Pininfarina. Come noto, a questo privilegio accedono di diritto gli ex capi di Stato (lo stesso Napolitano tornerà a occupare quella posizione, sempre che non venga nominato per un altro settennato) e coloro che, come recita l’articolo 59 della Costituzione, «hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario». L’attuale capo di Stato si è avvalso di questa facoltà una sola volta, e il suo gesto è stato il fatto politico più rilevante della seconda Repubblica, forse la sua fine: il 9 novembre 2011 ha scelto Mario Monti, immediato prodromo alla sua nomina a primo ministro. Forse c’è un modo per colmare quel vuoto, dando - dopo aver contribuito ad ammazzare una fase storica - una botta di vita a quel confuso quadro che la politica italiana sta cercando di abbozzare. Quel modo potrebbe essere la nomina a senatore a vita di Silvio Berlusconi. Ieri l’ha buttata lì anche Stefano De Lillo, senatore del Pdl che può avere i suoi bravi interessi. Il collega Stefano Ceccanti ha puntigliosamente replicato che De Lillo dorvebbe «studiare la differenza tra senatori di nomina e di diritto». A parte il fatto che Napolitano ha dato prova di notevole flessibilità nell’interpretazione delle prerogative costituzionali, resta il fatto che la facoltà di nomina è indubbia, e la coincidenza della scomparsa di Scalfaro sarebbe al massimo un tocco d’ironia con tutta l’aria del destino. Da settimane, per non dire mesi, si parla a mezza voce di un salvacondotto per il Cavaliere, che ne sterilizzi in qualche modo il conflitto di interessi senza pregiudicarne la dimensione politica e pubblica. Lo stesso Pdl non fa mistero di legare i destini giudiziari dei processi sull’ex premier e il sostegno all’esecutivo Monti. Napolitano ha mostrato di privilegiare la via politica a qualunque altra: Berlusconi senatore a vita sarebbe l’ennesima sberla tirata alla sinistra urlante, una paradossale prigione dorata unita al riconoscimento del ruolo inespungibile del Cav e, forse, un mezzo aiuto al Pdl per provare a diventare un partito. di Martino Cervo