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Severino contro Cancellieri: lite sui braccialetti elettronici

Scontro tra ministri. Titolare dell'Interno firma una convenzione con Telecom per 100 milioni senza avvertire la collega

Andrea Turco
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Un altro battibecco tra i banchi del governo viene alla luce e conferma, se ancora ce ne fosse bisogno, che, all'interno dell'esecutivo Monti, non regna quella coesione e armonia che il premier e i suoi esprimono a parole durante ogni conferenza stampa. Dopo il litigio tra Fornero e Passera questa volta è toccato a due donne del governo. Il Guardasigilli Paola Severino e la collega dell'Interno Annamaria Cancellieri. Oggetto della disputa: la convenzione con Telecom, ben cento milioni di euro, firmata, ad insaputa della Severino, per confermare vari servizi di comunicazione elettronica, tra cui i discussi braccialetti elettronici per chi è agli arresti domiciliari. Quelli costati, dal 2001 al 2011, ben 110 milioni di euro per controllare "solo" otto detenuti. Il litigio - La discussione tra Severino e Cancellieri sarebbe rimasta riservata se non fosse intervenuto l'ex ministro Nitto Palma che, al Senato, durante un'audizione dell'ex commissario di Bologna, ha chiesto conto al Guardasigilli del contratto Telecom. La Severino è letteralmente caduta dal pero visto che in pubblico continuava a non confermare un'eventuale convenzione senza che prima non fosse verificata l'effettiva utilità dei braccialetti. E in privato, non ha nascosto la sua irritazione per questa spesa definita completamente inutile visto che il servizio dei braccialetti non ha mai funzionato. Il vice capo della polizia Francesco Cirillo ha addirittura detto che "se fossimo andati da Bulgari avremmo speso di meno". E così ha preso carta e penna e ha scritto alla Cancellieri, mettendo nero su bianco che si sarebbe aspettata di essere sentita prima della nuova firma e che non era possibile rinnovare un servizio in presenza di gravi criticità. Il Viminale minimizza -  Lo staff del ministro dell'Interno cerca di buttare acqua sul fuoco spiegando che "il corrispettivo per i soli braccialetti pesa sull'intera economia del contratto per poco più di 9 milioni di euro" e poi aggiungono "non si tratta di una proroga ma di un nuovo accordo con la Telecom". Il Viminale, per rassicurare la Severino, aggiunge che la convenzione è omnicomprensiva, che riguarda "tutti i servizi di comunicazione elettronica essenziali per la sicurezza del Paese". Dentro c'è pure la famosa "batteria" che smista le telefonate dei vip. Poi aggiungono che i braccialetti, da 400 che erano, diventeranno duemila, di cui 200 dotati anche di un sistema gps. Ma le spiegazione non sono bastate a calmare il ministro della Giustizia.  

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