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Egitto, guerra civile allo stadio Scontro ultrà-polizia: 73 morti

Tragedia a Port Said durante una partita tra Al-Masry e Al-Ahli: sul 3-1 si scatena la rabbia dei tifosi. Campionato sospeso

Giulio Bucchi
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Almeno 73 morti, centinaia di feriti, lo stadio di Port Said in fiamme, e la sospensione del campionato egiziano. E' il primo bilancio dei gravissimi disordini scoppiati in Egitto tra due tifoserie durante una partita di calcio tra Al-Masry e Al-Ahli. Le violenze hanno indotto l'arbitro di un altro match, in corso al Cairo, a fermare la partita, ma questo ha spinto i tifosi ad appiccare il fuoco ad alcuni settori. La Lega Calcio egiziana ha sospeso il campionato e il Parlamento è stato convocato in seduta straordinaria. A Port Said è stato allertato anche l'esercito. I gravissimi disordini sono avvenuti durante una partita del campionato egiziano, tra l'al-Ahli, una dei club più quotati in Egitto, e l'al-Masry, la squadra di Port Said. Un testimone, Hosam Mohamed Mustafa, ha raccontato che prima della partita il clima era "buono", ma che ogni volta che si segnava un gol, c'era un'invasione di campo da parte degli 'ultrà' dell'Al-Masry. I tifosi della squadra locale, che tra l'altro ha vinto 3 a 1, hanno allora cominciato a lanciare invettive all'indirizzo dei tifosi dell'Al-Ahli, che non sono rimasti con le mani in mano. Una volta terminata la partita, gli ultrà dell'Al-Masry hanno saltato le barriere di sicurezza e rincorso fin nello spogliatoio i giocatori dell'Al Ahli, tra cui anche l'egiziano Mohamed Abutrika. Gli ultrà dell'Al-Ahli, i cui giocatori sono conosciuti come 'diavoli Rossi', si erano scontrati frequentemente con le forze di sicurezza egiziane nelle proteste che ci sono stati a piazza Tahrir. Strage allo stadio: guarda il video su LiberoTv

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