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Violenze sessuali di gruppo, carcere non è obbligatorio

Cassazione choc, estende la decisione della Consulta: per stupri in branco possibili misure cautelari alternative

Andrea Tempestini
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Nei procedimenti per violenza sessuale di gruppo il giudice non è più obbligato a disporre oppure a mantenere la custodia in carcere dell'indagato: potrà anche applicare misure cautelari alternative. Lo ha stabilito con una sentenza destinata a fare molto rumore la Corte di Cassazione, che ha fornito un'interpretazione estenziva ad una sentenza emessa dalla Corte Costituzionale del 2010. Annullata un'ordinanza - La Cassazione ha annullato un'ordinanza del Tribunale del Riesame di Roma che aveva confermato il carcere per due giovani accusati per una violenza sessuale di gruppo nei confronti di una ragazza. La stessa Cassazione ha rinviato il fascicolo allo stesso giudice affinché facesse una nuova valutazione, tenendo conto dell'interpretazione estensiva data dall Suprema Corte all sentenza numero 265 del 2010 della Corte Costituzuionale. Dal 2009, quando fu approvata dal Parlamento della legge di contrasto alla violenza sessuale, non era permesso al giudice applicare per i delitti di violenza sessuale e di atti sessuali con  minorenni misure cautelari diverse dal carcere. "Misure alternative" - Secondo la Corte Costituzionale, al contrario, la norma è in contrasto con gli articoli 3 (uguaglianza davanti alla legge), 13 (libertà personale) e 27 (funzione della pena) della Costituzione. Per questo motivo la Consulta si è espressa a favaore di misure alternative al carcere "nell'ipotesi in cui siano acquisiti elementi specifici, in relazione al caso concreto, dai quali risulti che le esigenze cautelari possono essere soddisfatte con altre miusre". Così la terza sezione penale della Cassazione ha stabilito che i principi interpretativi che la Corte Costituzionale ha fissato per i reati di violenza sessuale e atti sessuali su minorenni sono applicabili anche alla violenza sessuale di gruppo, poiché questo reato "presenta caratteristiche essenziali non difformi" da quelle che la Consulta ha individuato per le altre specie di reati sessuali sottoposti al suo giudizio.  

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