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La nuova stangata di Pisapia: in arrivo tasse per 200 mln

C'è buco da mezzo miliardo nelle casse del comune di Milano: ogni cittadino pagherà fino a 800 euro in più

Andrea Tempestini
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L'unica certezza è che l'addizionale Irpef comunale, per il 2012, sarà più pesante. La litania del «buco di bilancio», con una conseguente raffica di insulti a Letizia Moratti, si è convertita nel piagnisteo dei «tagli ai trasferimenti statali» (in atto peraltro da almeno cinque anni). La voragine dei conti resiste e si allarga, nonostante le controverse vendite finanziarie condotte dal tandem Pisapia-Tabacci nei mesi scorsi. Ceduto il 30% della Sea, la giunta prevede comunque mancati introiti per almeno 480-500 milioni di euro. NUOVE ADDIZIONALI La ricetta della sinistra arancione è la stessa dei primi mesi di governo cittadino. Tasse, imposte, aliquote, balzelli. Ieri pomeriggio, sindaco e assessori si sono riuniti a Palazzo Marino per una prima ricognizione. Un incontro durato più di sei ore tra slide e grafici sulla situazione economica di Palazzo Marino. Alla fine, il tema è stato rinviato a nuovi tavoli di maggioranza. Tema delicato, delicatissimo. Il primo nodo da sciogliere - il più complesso - riguarda l'inasprimento dell'addizionale Irpef, introdotta per la prima volta nella storia della città da Giuliano Pisapia. Oggi pagano solo i redditi superiori ai 33.500 euro lordi. Lo schema di lavoro proposto dall'assessore Tabacci - di fronte alla necessità di recuperare risorse - prevede l'innalzamento progressivo in base alle fasce di reddito. L'orientamento emerso ieri è quello di allargare l'imposta dello 0,2% a tutti i redditi fino ai 50mila euro, incrementando poi allo 0,6% fino a 100mila e lo 0,8% sopra i 100mila. Sembra accantonata, per il il momento, l'ipotesi circolata ieri mattina di abbassare la soglia di esenzione a 26mila euro tartassando con lo 0,4 anche i redditi medio-bassi. L'obiettivo è quello di trovare un equilibrio tra le esigenze di bilancio e la tutela del ceto medio in ginocchio per la crisi. Il tutto tenendo presente che ogni punto decimale porta automaticamente nelle casse di palazzo Marino 17 milioni di euro (per assurdo si può arrivare fino a 100 milioni con lo 0,8% lineare). Trovare un accordo politico sul provvedimento, però, sembra più difficile che spalare la neve di Roma. SECONDE CASE Basilio Rizzo, presidente del consiglio comunale e anima della sinistra radicale, mette in guardia dalla nuova pressione sui lavoratori dipendenti: «Non devono pagare sempre i soliti noti. Sono contento che si parli di scaglioni, ma non ci può essere un nuovo indirizzo che contempli solo l'innalzamento delle tasse sui redditi. Piuttosto, facciamo leva sulla patrimoniale». Anche in giunta, peraltro, ieri si è discusso di come caricare il peso delle entrate sulla seconda casa (potrebbe entrare fino al 10,6 per mille per appartamento). In questo quadro, sembra prevalere al momento la linea del Partito democratico, che quantomeno richiama alla tutela dei «ceti medi e medio bassi». Il puzzle del bilancio verrà completato provando ad accelerare di nuovo sul pedale delle dismissioni: tutte le partecipate verranno passate al setaccio per valutare nuove cessioni (dalla famigerata Serravalle fino a Sogemi). Obiettivo: recuperare 130 milioni. Rilanciato, infine, il tentativo di rastrellare qualche fondo dalle vendite immobiliari. Sul tavolo, c'è ancora il vecchio progetto morattiano - mai realizzato pienamente - di fare cassa attraverso intere palazzine oggi sedi di uffici comunali. TASSA SUI RIFIUTI In programma anche l'innalzamento della Tarsu, l'imposta sui rifiuti: il Pd vorrebbe fissare l'asticella dei rincari a quota 75mila euro. Già approvata la spremitura della Cosap (la tassa sull'occupazione del suolo pubblico), il 2012 sarà un altro anno di lacrime e sangue nonostante sia stata temporaneamente congelata la tassa di soggiorno. Continuerà anche la «spending review» sul Comune, per cercare di recuperare 75 milioni da una maggiore razionalizzazione delle risorse (su un totale di 540 milioni). Ma il grosso delle entrate, arriverà ancora dalle tasse. Come accade da quando il sindaco si chiama Giuliano Pisapia.  di Massimo Costa

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