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Mafia, Sgarbi lascia Salemi: "In Sicilia non c'è speranza"

Il Viminale ha proposto lo scioglimento del comune del trapanese dove il critico d'arte è sindaco. Motivo? Infiltrazioni mafiose

Nicoletta Orlandi Posti
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Vittorio Sgarbi si dimette da sindaco di Salemi, piccolo comune del trapanese, per il quale gli ispettori del Viminale hanno proposto lo scioglimento per   infiltrazioni mafiose. A confermarlo è lo stesso Sgarbi che non nasconde la sua rabbia: "Mi sono appena dimesso - spiega mentre è in viaggio per Roma - e la mia decisione è irrevocabile. Non mi sono mai accorto in tutti questi anni di infiltrazioni mafiose nel Comune di Salemi e non sono verificate in alcun atto. Non sono mai stato condizionato nella mia attività. Ho sbagliato a candidarmi a sindaco e adesso me ne vado sollevato". "Nessuna speranza" - La proposta degli ispettori del ministero dell'Interno è contenuta nella relazione degli ispettori nominati dall'ex ministro Roberto Maroni dopo un'operazione su mafia e appalti che culminò con il sequestro di beni per 35 milioni di euro. In primo piano il ruolo politico che avrebbe svolto l'ex deputato regionale Dc Giuseppe Giammarinaro. Proprio lunedì mattina, Sgarbi, appreso della proposta di scioglimento del Comune, aveva annunciato la nomina a vicesindaco di Giammarinaro. "Non è un indagato per mafia. E' il rappresentante della maggioranza in consiglio comunale". A questo punto cosa le è rimasto di questa esperienza? Sgarbi: "Sono convinto che per la Sicilia non ci sia alcuna speranza: la lotta alla mafia è l'unico elemento su cui si muove la dialettica, per il resto è tutto inutile. Ho cercato di fare l'amministratore alzando il livello culturale di Salemi, ma l'unica cosa di cui si parla oggi è la continua evocazione mafiosa, che occulta qualsiasi altra iniziativa".

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