Bossi fregato dal Cavaliere: accordo inutile col Pdl?

Giulio Bucchi

Mentre gli uomini di Umberto Bossi cercavano un'intesa con il Pdl per scongiurare la riforma elettorale (sicuramente penalizzante per il Carroccio), il Pd diceva sì alla proposta indecente di Silvio Berlusconi: riforme e legge elettorale, si tratta. E così, a rimanere con un mezzo accordo con gli azzurri e un pugno di mosche sono proprio i padani. Il vertice - L'incontro di oggi tra gli esponenti dei due partiti ex alleati avrebbe dato buon esito. Lo riferisce Ignazio La Russa: "Con la Lega ci siamo trovati d'accordo nell'indicare i difetti e quindi modificarli, dell'attuale legge elettorale". Il coordinatore Pdl ha poi sottolineato come i due punti da cambiare riguardino il premio di maggioranza e la possibilità per i cittadini di poter individuare la persona da eleggere. "Abbiamo individuato l'esigenza - spiega La Russa, che ha partecipato al mini-summit insieme al vicecapogruppo Pdl al Senato Gaetano Quagliariello e al presidente della commissione Affari costituzionali della Camera Donato Bruno - e la necessità di un maggior collegamento tra gli eletti e gli elettori. Si è trattato di un primo giro di orizzonte in cui, oltre alla legge elettorale, abbiamo parlato anche delle riforme costituzionali, come il superamento del bicameralismo perfetto e la riduzione del numero dei parlamentari". Per la Lega erano presenti Roberto Calderoli, Federico Bricolo e Gian Paolo Dozzo. Si trattava del secondo faccia a faccia in poche ore tra Lega e Pdl. Il primo, assai più personale, è stata la cena ad Arcore tra Silvio Berlusconi e Umberto Bossi, lunedì sera.