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Il patto Silvio-Pd è realtà Legge elettorale e riforme

Bersani accetta l'offerta del Cav. Stop ai nominati. Accordo tra i partiti pure per "superare il bicameralismo perfetto e ridurre il numero dei parlamentari"

Andrea Tempestini
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Il Partito Democratico accetta l'offerta di Silvio Berlusconi per lavorare in tandem sulla riforma della legge elettorale. L'ufficialità in una nota conginuta diffusa al termine dell'incontro a Montecitorio: "Le delegazioni del Pdl e del Pd costituite da Donato Bruno, Gaetano Quagliariello, Ignazio La Russa, Gian Claudio Bressa, Luciano Violante e Luigi Zanda hanno innanzitutto convenuto sulla necessità di utilizzare quest'ultima parte della legislatura per procedere rapidamente a riforme idonee a dare credibilità e forza al sistema politico e istituzionale". Una decisione che ricalca l'opinione dei lettori di Libero, che si sono detti "favorevoli al patto col diavolo", ma soltanto per la stesura della legge elettorale. L'inciucio gela più della neve Il videocommento di Franco BechisLa riforma elettorale - Nel dettaglio, prosegue il comunicato di Pdl e Pd, "si sono affrontati i temi della riforma istituzionale e della riforma elettorale ribadendo la necessità di collegare i due aspetti e di operare affinchè entrambe le riforme possano ottenere il più ampio consenso parlamentare. Per quanto concerne le riforme istituzionali, si è discusso della possibilità di avviare il superamento del bicameralismo paritario, di ridurre il numero dei parlamentari, di rafforzare la stabilità di governo e il ruolo dell'Esecutivo in coerenza con i principi del sistema parlamentare. Si è convenuto, inoltre, sull'opportunità di procedere rapidamente e concordemente tra Camera e Senato alla riforma dei regolamenti parlamentari favorendo soprattutto - si conclude la nota congiunta - la celerità e la trasparenza del procedimento legislativo". Per quel che riguarda la legge elettorale, nel dettaglio, si è convenuto sulla necessità di cambiare l'attuale sistema elettorale restituendo ai cittadini il diritto di scegliere i propri rappresentanti. Il nuovo sistema elettorale dovrà evitare la frantumazione della rappresentanza parlamentare e mantenere un impianto tendenzialmente bipolare. Le reazioni: ira Di Pietro -  Ignazio La Russa ha sintetizzato così le posizioni dei partiti: "La Lega (in giornata anche un summit tra Pdl e Carroccio, ndr) è per modificare l'attuale legge elettorale ed è contraria all'introduzione delle preferenze, mentre il Pd ne vuole una nuova. Con la Lega - ha spiegato - abbiamo individuato i punti critici del Porcellum, non abbiamo indicato i rimedi". Il leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, ha reagito duramente all'accordo tra Pdl e Pd: "Riteniamo pericolosi e oscuri per la democrazia questi incontri da sottoscala fatti non alla luce del suole". Tonino ha annunciato che non parteciperà alle consultazioni promosse dal Pdl sulla riforma elettorale; una delegazione dell'Idv, invece, incontrerà il Partito Democratico.

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