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Camorra, sindaco arrestato: quella telefonata dal Viminale

In manette Fortunato Zagaria: appoggiò la latitanza del boss dei Casalesi. Dagli Interni pressioni per far cadere l'ex giunta

Nicoletta Orlandi Posti
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Una telefonata che parte dal ministero degli Interni, dipartimento polizia di Stato. E' del 5 febbraio del 2009. A parlare è un funzionario del Viminale e poi prefetto di Frosinone, Paolino Maddaloni - non indagato - e all'altra parte c'è Fortunato Zagaria, il sindaco arrestato su ordine del gip dopo una indagine delle Dda di Napoli sugli appogi politici alla latitanza di Michele Zagaria, boss dei Casalesi. "Per fare quel servizio devi agire entro il 10 febbraio, tra cinque giorni", dice il funzionario. "Quel servizio" era ottenere le dimissioni di 13 consiglieri comunali di Casapesenna per far decadere il sindaco Giovanni Zara, che non si è rivelato malleabile come Fortunato Zagaria sperava. E così avvenne. E' lo stesso gip Maria Vittoria Foschini che lo scrive nelle pagine dell'ordinanza. "Subito dopo la presentazione delle dimissioni dei consiglieri comunali, intercorrono due contatti telefonici tra Fortunato Zagaria e il funzionari del ministero degli Interni dalle quali si rileva l'interessamento affinchè vada a buon fine l'iter burocratico per lo scioglimento dell'amministrazione comunale di Casapesenna entro il 24 febbraio 2009, termine ultimo per rendere possibili le elezioni nel mese di giugno". 

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