Cerca
Logo
Cerca
+

La guerra in Vaticano sulla pelle del Papa

Socci: nel documento pubblicato dal Fatto c'è scritto che Ratzinger ha un anno di vita. Interpretazione sbagliata, lotta interna verissima

Nicoletta Orlandi Posti
  • a
  • a
  • a

Cosa c'è di vero nel «rapporto segreto» sul presunto complotto contro il Papa che sarebbe stato «rivelato» in Cina dal cardinal Romeo, arcivescovo di Palermo? Cosa pensare dello scoop del  Fatto  che paventa un attentato mortale al Pontefice entro novembre 2012? E come va interpretata tutta questa vicenda? A quanto pare quel rapporto in tedesco sul viaggio in Cina del cardinale Romeo, arrivato al cardinale Dario Castrillòn Hoyos, è stato effettivamente da lui “girato” alla Santa Sede (sebbene  Il Fatto  non riproduca i timbri che autenticherebbero il testo).  Ma a rendere tutto molto confuso sono alcune cose surreali: la natura sconclusionata del documento, la singolarità del luogo e delle circostanze in cui l'arcivescovo di Palermo avrebbe fatto queste «rivelazioni» (da lui smentite, ieri), il fatto che un altro cardinale trasmetta al Papa un «sentito dire» di quinta mano (l'ascoltatore «cinese» passa ciò che ha capito da Romeo a un anonimo il quale, tramite ambienti della Chiesa tedesca, in tedesco gira quei «rumor» al cardinale Castrillòn, il quale a sua volta li gira al Papa). Infine c'è pure il pasticcio del  Fatto  che accredita un evidente malinteso sull'attentato (come vedremo). Tuttavia, nonostante queste assurdità, dietro questa vicenda ci sono cose interessanti. Anzitutto vediamo il testo. Sfrondato di assurdità, sciocchezze e pettegolezzi, la sostanza starebbe nelle dichiarazioni che l'arcivescovo Romeo avrebbe fatto in Cina sulla morte del Papa (e che -  ripeto -  l'interessato ha smentito di aver fatto). Ebbene, nel testo del documento il cardinale non parla affatto di complotto per uccidere il papa: afferma semplicemente che il Pontefice avrebbe un anno di vita. Sono stati i suoi ascoltatori cinesi a concludere erroneamente che era la previsione di un attentato. E  Il Fatto  rilancia questa impressione trasformandola in notizia: «Complotto di morte». Pare evidente che se Romeo avesse notizie di un tale complotto non andrebbe certamente a spifferarle in Cina a destra e a manca, ma le comunicherebbe anzitutto al Santo Padre (di cui afferma di essere uno dei più stretti collaboratori) e/o agli organi competenti. Cosa c'è allora dietro questa assurdità? C'è probabilmente uno dei tanti boatos che da qualche mese circolano in Curia (luogo di spifferi e pettegolezzi). La voce, che era giunta anche al sottoscritto, secondo cui il Papa Ratzinger sarebbe malato di tumore e avrebbe pochi mesi di vita. Potrebbe essere questa chiacchiera - rimbalzata da una tonaca all'altra - che ha ingenerato in qualcuno l'equivoco sull'«attentato». Ma si tratta di chiacchiere (oltretutto sgradevoli). L'unico fatto vero, che ieri è stato confermato, è il viaggio privato di cinque giorni a Pechino del cardinale Romeo, nel novembre scorso. Ma - per quanto possa apparire strano un tale viaggio (oltretutto così breve), da parte dell'arcivescovo di Palermo, a Pechino (dove è in corso una dura persecuzione dei cattolici) - sarebbe assai singolare che un prelato che viene dalla carriera diplomatica si lasciasse andare, in Cina, a tali discorsi. È  semmai ipotizzabile che un viaggio del genere - di cui finora nessuno era a conoscenza (se non il Vaticano) - sia stato in realtà una missione diplomatica riservata. E può darsi che qualcuno abbia voluto portarlo alla luce. Anche perché è noto - specie dopo la polemica dei giorni scorsi del cardinale Zen su Asianews - che sull'atteggiamento da avere nei confronti del regime cinese e della persecuzione dei cattolici fedeli al Papa, vi siano posizioni diverse e anche molto conflittuali. Quello che stupisce del resto è proprio lo stillicidio di documenti riservati che dalla Segreteria di Stato, ormai di continuo, filtrano all'esterno, verso i mass media. Segno di una situazione ormai fuori controllo e di una guerra aperta, mai vista prima. Anche perché, appena il 28 gennaio scorso, il Segretario di Stato Bertone aveva riunito i capi dicastero intimando a tutti il massimo riserbo e la massima sorveglianza su tutti i documenti. Come non detto... Un vaticanista attento, Andrea Tornielli sostiene che «l'unica vera notizia sta nel fatto che un appunto - autentico, seppure così palesemente sconclusionato - inviato da un cardinale al Papa e transitato per la Segreteria di Stato poco più di un mese fa, sia a disposizione dei media. Segno che la pubblicazione delle lettere di monsignor Viganò al Papa e al cardinale Bertone, come pure gli appunti e i  «memo»  sullo Ior e altri documenti dei quali si è discusso in questi giorni, fanno parte di una strategia e s'inseriscono in una evidente lotta interna al Vaticano, dagli esiti incerti e comunque devastanti. Una lotta che ha sullo sfondo non soltanto la successione al cardinale Bertone, ma anche il conclave». Ovviamente l'idea di un attentato al Papa è il classico tema che accende tutto un immaginario complottistico, tanto collaudato da aver fatto versare fiumi di inchiostro e da fornire materia per gialli e per scandalismi di ogni tipo. D'altronde un evento del genere si è effettivamente verificato sotto i nostri occhi quando Alì Agca sparò a Giovanni Paolo II in piazza San Pietro.  L'argomento suscita una certa inquietudine anche perché ha dietro di sé eventi mistici assolutamente seri e affidabili, come la visione del Terzo Segreto di Fatima, nella quale effettivamente la Madonna mostra ai tre pastorelli un Papa che viene ucciso. Ma ad alimentare le fantasie c'è poi tutto un contorno di vaticini e di baggianate prive di credibilità e serietà. Come le famose profezie di Malachia, un testo del Cinquecento che fa un elenco di 112 papi con definizioni enigmatiche e bislacche, l'ultimo dei quali sarebbe proprio Benedetto XVI, seguito da un certo «Petrus Romanus» sotto il quale vi sarebbero grandi tribolazioni della Chiesa, la distruzione di Roma e forse perfino la fine del mondo. Su Wikipedia, alla voce «Profezia di Malachia» si arriva addirittura a fantasticare sul nome «Pietro Romano» in relazione all'attualità: «Un'ipotesi recente lascia pensare che Pietro Romano non sia riferito a un Papa, bensì al Cardinal Camerlengo che, alla morte del pontefice regnante, siede sul trono di Pietro in attesa dell'elezione del successivo. Da notare che l'attuale Camerlengo è il Card. Tarcisio Pietro Evasio Bertone, nato a Romano Canavese nel 1934. Dunque la strana coincidenza che nel suo nome completo sia contenuta la parola Pietro e nella sua località di nascita ci sia la parola Romano».È stupefacente che simili sciocchezze si leggano su quella che vorrebbe accreditarsi come un'enciclopedia telematica. Grazie al cielo la cosiddetta «profezia di Malachia» è una ridicola balla. Solo che, in questi tempi di insicurezza e ansia, purtroppo le balle e le fantasie suggestionano più dei fatti veri. Basti notare quanta strada ha fatto nell'immaginario l'assurda «profezia dei Maya» sull'anno 2012. Così accade pure che un pettegolezzo di quinta mano sulla salute del Papa arrivi in Vaticano e da lì rimbalzi come «profezia» di un  prossimo attentato sui media di tutto il mondo. Mentre resta praticamente silenziato (o sconosciuto) lo straordinario magistero di questo Pontefice. di Antonio Socci www.antoniosocci.com  

Dai blog