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L'articolo 18 si deve fare: Napolitano affonda il Pd

Colle copre spalle a Monti: "Accrescere la produttività e attirare gli investimenti esteri". Ma la Fiom: "Sciopero generale"

Giulio Bucchi
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L'articolo 18 s'ha da fare. Non lo dice Mario Monti ma il suo massimo sponsor, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Il capo del Quirinale approfitta della visita del collega tedesco Christian Wulff per lanciare un messaggio chiaro alla sinistra, Partito democratico e Cgil che sia, sulla riforma del lavoro. "Non voglio interferire nei colloqui tra governo e parti sociali - inizia morbido - ma è fondamentale concepire la riforma del mercato del lavoro in funzione di un accrescimento della produttività che, purtroppo, in Italia è stata stagnante da molti anni". Bisogna sbloccare la situazione, se necessario forzare i tempi. Occorre facilitare l'ingresso nel mondo del lavoro dei giovani, e superare gli impedimenti che allontanano gli investitori esteri dall'Italia. Camusso isolata - Visto che "il decreto sulle semplificazioni contiene misure molto importanti, per far venire le imprese in Italia", prosegue Napolitano, è logico pensare proprio a quanto sta accadendo tra il governo e i sindacati. La proposta del ministro del Welfare Elsa Fornero alla Cgil, cioè togliere l'articolo 18 solo per i precari assunti, è stata per ora rimbalzata dalla Cgil e dalla segretaria Susanna Camusso. E il sindacato di sinistra, oggi ha annunciato l'intenzione di indire uno sciopero generale contro la riforma del mercato del lavoro e la modifica dell'articolo 18. L'iniziativa è di Fabrizio Landini, segretario genarale della Fiom, il braccio metalmeccanico della Cgil, e sarà proposta al Comitato centrale convocato d'urgenza per domani mattina sulla situazione economica, sulla Fiat e contro qualsiasi intervento sull'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Se sarà approvato lo sciopero sarà annullata la manifestazione convocata per sabato 18 febbraio

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