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Meno militari e meno caccia La Difesa si dà un taglio

Resteranno a casa 43mila soldati e il 30% di ammiragli e generali. Rivisto il Joint Strike Fighter: 90 velivoli invece che 130

Nicoletta Orlandi Posti
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Meno militari e meno caccia F-35. I tagli hanno colpito anche la Difesa. Il ministro Giampaolo Di Paola ha spiegato alle commissioni Difesa congiunte di Senato e Camera che oggi ci sono 183mila militari e 30mila civili nella Difesa: occorre scendere progressivamente, verso 150mila militari e 20mila civili, con una riduzione di 43mila unità. L'obiettivo, ha spiegato Di Paola, "si potrà raggiungere in dieci anni o poco più attraverso la riduzione degli ingressi del 20-30%, la mobilità verso altre amministrazioni, l'applicazione di forme di part time". Per ammiragli e generali, ha aggiunto, "ci sarà una riduzione superiore del 30%'. È un percorso doloroso ma inevitabile". In 5-6 anni, inoltre, ha rilevato, "ci sarà anche una riduzione del 30% delle strutture della Difesa". Per quanto riguarda i caccia F-35 verranno ridotti da 131 "a 90 velivoli, con una riduzione del 40%» rispetto alla commessa originaria". "È stato rivisto il programma dei Joint Strike Fighter", ha spiegato il ministro al Senato e la modifica ha consigliato "da un punto di vista operativo e di sostenibilità economica l'acquisto di 90 velivoli, con un'importante riduzione di 40" caccia. "Joint Strike Fighter - rimarca Di Paola - è il miglior velivolo areo-tattico in via di sviluppo. Un areo di avanzata tecnologia che è nei programmi di ben dieci Paesi. È una scelta che permette di ridurre da tre a una le linee aero-tattiche . Consentirà una straordinaria semplificazione operativa dello strumento militare".

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