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La Surina racconta l'incubo: quattro anni con lo stalker

L'ex vj di Mtv perseguitata tra il 2001 e il 2004: "Un incubo. Mi seguiva, lasciava messaggi in segreteria, mi minacciava"

Andrea Tempestini
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"All'inizio io stessa ho sottovalutato là cosa, anche perché pensavo che potessi risultare antipatica, ma non sono il tipo di persona capace di scatenare delle perversioni. Poi ho cominciato a sentirmi in colpa pensando di essere troppo spavalda. Solo ora sto metabolizzando questa vicenda, sono capace di parlarne in maniera serena e, mi auguro, anche costruttiva". Inizia così la confessione choc di Giorgia Surina, volto celebre della televisione italiana, per anni vittima di uno stalker. "Oggi - ha raccontato al settimanale Chi -   se dovesse capitare di nuovo a me o a una mia amica, so che cosa i dovrei fare, so che la legge è dalla mia parte, so, soprattutto, che non è per niente colpa mia". Dal 2001 al 2004 - La Surina oggi non nega di avere paura: "Devo essere sincera, non è facile, anche perché non so cosa faccia oggi questa persona, dove sia e se sia libera oppure no. All'epoca, infatti, lo stalker si era fermato dopo tre anni di denunce e di lavoro con la questura di Milano e con diversi ispettori di polizia che mi hanno aiutata. Fu internato in una struttura psichiatrica per essere aiutato". I fatti risalgono al trienno tra il 2001 e il 2004, ma ancora oggi l'ex vj di Mtv ricorda il timore di "essere seguita quando rientravo a casa". La Surina ha ricevuto scherzi telefonici e minacce di morte. "In quel periodo io presentavo Mtv Total Request ed ero in diretta tutti i giorni da piazza del Duomo. Allora, con Mtv avevamo ideato un piano di sicurezza molto efficace, ma io non riuscivo a comprare neanche un paio di calze da sola. Non ho rinunciato a quelle che potevano essere delle occasioni importanti, avrebbe voluto dire che l'uomo che mi perseguitava aveva vinto su tutta la linea, ma non era facile". La fine di un incubo - Tra il 2001 e il 2004, a complicare la situazione, il fatto che contro lo stalking non ci fosse nemmeno una legge specifica: "Era un dramma, io mi sentivo dire: 'Guarda, finché non succede qualcosa di grave noi non possiamo intervenire'". Ma nonostante questo la polizia è stata attenta e si è presa cura di ogni denuncia fatta, dalle telefonate ricevute e di tutte le scritte sui muri: aveva tappezzato Milano con delle frasi terribili". E ancora: "Ho passato serate intere a trascrivere i messaggi che mi lasciava in segreteria, li c'era registrata la sua voce, con cui sarebbero stati fatti dei confronti per capire come stava evolvendo la sua situazione". Giorgia Surina si è liberata di un incubo.

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