Cerca
Logo
Cerca
+

L'accordo Berlusconi-Monti: giudici, Rai, poca sinistra

La colazione di lavoro tra premier e Cav dà buon esito. Feeling su governance e riforme. Mario: "Ma nel 2013 chiudo"

Giulio Bucchi
  • a
  • a
  • a

Un lungo incontro per chiarire il futuro del governo, del centrodestra, dell'Italia. La colazione di lavoro di mercoledì a Palazzo Chigi tra Mario Monti, Silvio Berlusconi e Angelino Alfano è servita a premier e leader del Pdl per mettere sul tavolo tutte le delicate questioni. Si è partiti da una eventuale candidatura del Professore per il 2013, diretta o meno, scansata con delicatezza dallo stesso Monti: "Il mio impegno finisce nel 2013", ha detto al Cav che era tornato in pressing per proporgli un nuovo mandato (meno tecnico di questo) alla presidenza del Consiglio. Silvio, giura chi gli sta vicino, non desisterà e il discorso verrà ripreso più avanti. Nel frattempo, c'è da mettere fieno in cascina. governance Rai, riforma della giustizia, riforma del mercato del lavoro. E su questi punti, tra Monti e Berlusconi c'è accordo, anche perché i due sono in costante contatto ("Lo sento spesso - ha ammesso il premier a Panorama - ma non lo disturbo su ogni cosa"). Che ci sia feeling, lo dimostra per esempio l'ammorbidimento sulle liberalizzazioni (con ringraziamento dei taxisti, categoria vicina al Pdl) e la battaglia sull'articolo 18 (a costo di una rottura con Pd e Cgil). Ma l'agenda comprende anche, come detto, la giustizia. Sabato è attesa la sentenza del processo Mills che vede Berlusconi imputato per corruzione in atti giudiziari. Di questo il Cav ha parlato con Monti, ribadendo la necessità di una riforma dei processi italiani. Sulla Rai, Monti vorrebbe una tv pubblica più azienda e meno carrozzone, con un supermanager-amministratore delegato svincolato dai partiti. Berlusconi è contrario: "Non si fa più in tempo a trovare un accordo, comune, lasciamo la governance così com'è", avrebbe proposto al premier. La contropartita è pesante: sostegno sicuro su tutte le riforme in programma fino al 2013. E forse, spera il Cav, anche nella prossima legislatura.  

Dai blog