Le liberalizzazioni punto per punto

Andrea Turco

Le liberalizzazioni promesse dal goveno rischiano di essere solo un fuoco fatuo. Le resistenze dei partiti mettono il freno e annacquano alcune delle riforme più importanti come taxi, farmacie e gas. Scompare anche l'annunciata norma per imporre l'Ici alla Chiesa. Il decreto Cresci - Italia è stato sommerso da una miriade di emendamenti, provenienti sia da Pdl, Pd e Terzo Polo. La versione arriverà in aula mercoledì prossimo per il voto e forse verrà migliorata solo in parte, ma il premier Mario Monti ha già annunciato: "Alcune modifiche non verranno accolte". Taxi - A decidere su eventuali licenze saranno Comuni e Region nell'ambito delle loro competenze. Via quindi doppie licenze, licenze part time e taxi stagionali. L'Autorità dei Trasporti, che avrebbe dovuto adeguare i livelli di offerta e aumentare le licenze "sentiti i sindaci" viene limitata ad esprimere "un parere obbligatorio, non vincolante" a monitorare e verificare il servizio, le tariffe e la qualità. Rete Gas - I tempi della seprazione tra Eni e Snam sono ancora incerti. Il governo punterebbe ad uno scorporo totale mentre alcuni spingono ad un allungamento dei tempi. Imprese - Rimangono sospesi i Tribunali delle imprese e Srl a un euro per gli under 35. In entrambi i casi il problema è la mancanza di fondi . Le misure, infatti costano. Farmacie - Molto discusso il tema delle farmacie. Il problema maggiore riguarda le nuove aperture considerate dannose dalla categoria. Il Pdl ha intenzione di abbassare il quorum inserito nel decreto (una nuova farmacia ogni 3 mila abitanti). Banche - Il capitolo banche è quello meno toccato dalla riforma Cresci Italia. Le banche potranno continuare a condizionare il mutuo o il credito al consumo alla sottoscrizione di una polizza sulla vita. Se lo fanno, devono però accettare la plizza scelta dal cliente, tra quella reperita da lui stesso sul mercato e la doppia opzione presentata dalla banca. Class Action - Saranno previste multe corpose contro le clausole vessatorie a danno dei consumatori. Il professionista o l'imprenditore che inserisce clausole vessatorie nei contratti e che poi, dopo essere stato scoperto, non si attiene alle disposizioni dell'Antitrust, verrà multato.