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D'Alema solo, Prodi "cinese" che tristezza gli ex leader

La corrente dell'ex "padrone" dell'Ulivo è ormai ridotta ai minimi termini. E sul "Sole 24 Ore" Mortadella inneggia al modello Pechino

Matteo Legnani
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Sono passati solo pochi anni, ma gli ex presidenti del Consiglio Massimo D'Alema e Romano Prodi sono due autentici "soggetti smarriti". Il primo, ormai, è ridotto ai minimi termini all'interno del suo stesso partito dove negli anni d'oro dell'Ulivo la faceva da padrone. Dopo le fughe di Minniti e Latorre, la sua corrente è difatti ridotta ai minimi termini, per non dire a zero. Il suo alter ego Prodi, di fatto sparito dalla vita pubblica, ha fatto capolino giovedì sulle pagine del "Sole 24 Ore". Lui, che da premier già sfiduciato e uscente fece un vanto del "niet" al colosso russo del gas "Gazprom" che voleva ingaggiarlo come dirigente, sulle pagine del quotidiano degli industriali si è prodotto in una lode incondizionata della Cina e del suo modello economico intitolato "Le occasioni della Cina, i ritardi italiani".   Leggi gli articoli di Elisa Calessi e Fausto Carioti su Libero in edicola oggi 25 febbraio  

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