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Berlusconi batte pm 25-0 eppure Silvio non gode

Processo Mills, Cav prosciolto per prescrizione ma avrebbe voluto di più: "Sono innocente!". Resta il flop dell'accusa: nuovo spreco di soldi e tempo

Giulio Bucchi
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Chiedimi se sono felice? E lo è, Silvio Berlusconi. Zero dubbi al riguardo. Ok, l'ex presidente del Consiglio deve fare quello che «era meglio l'assoluzione perché io sono innocente». È la strategia di Niccolò Ghedini. Che sta valutando la presentazione del ricorso in Appello contro la sentenza Mills, «ma solo se lo fa anche la procura». L'avvocato rimane in surplace con il pm De Pasquale: fermi, studiano le rispettive mosse.   Berlusconi invece è una trottola. È a Villa Certosa quando riceve la notizia. Poi  nel pomeriggio rientra a Milano, nel quartier generale di via Rovani. Poche balle: «Alla fine c'è da essere soddisfatti», confessa Silvio agli amici che lo raggiungono al telefono. Tira un mega sospiro di sollievo, alimentando la tramontana che batte il Nord della Sardegna: «Il proscioglimento per prescrizione è la prima notizia su tutti i siti di informazione del mondo. Pensa che sputtanamento planetario se mi avessero condannato...». Meglio non pensarci. Il Cavaliere già guarda avanti: «Da domani bisogna sotterrare l'ascia e dialogare con la sinistra per riformare la giustizia». Argomenta meglio: «Io mi sono fatto da parte e non ho più sulla testa la spada di Damocle  di una possibile condanna per corruzione. Se in passato i nostri avversari sostenevano che l'ostacolo ero io, ora non hanno più alibi. Adesso c'è il clima giusto».  Ammette di «aver apprezzato la misura delle dichiarazioni di molti esponenti del Pd». Molti, ma non tutti. Le parole di Bersani, che chiede a Berlusconi di rinunciare alla prescrizione, irritano Silvio. E parecchio: «Ma come si fa a dire cose del genere?». Lui continua a  rivendicare la sua innocenza. Lo fa in maniera ossessiva: «In quelle carte non c'era nulla, è un processo inventato dalla pubblica accusa». Berlusconi ha parole di duro biasimo per i magistrati «incompetenti» che «non sanno neanche calcolare i tempi della prescrizione di un processo». Ed è per evitare «il ripetersi di queste situazioni» che bisogna «riformare la giustizia». Divisione delle carriere tra magistratura inquirente e giudicante, poteri di indagine alla politizia giudiziaria, due Csm, nuovi sistemi di elezione della Corte Costituzionale. Domanda: il Pd ci starà? Non è questo il giorno giusto per chiederlo. Magari tra una settimana, quando l'eccitazione giustizialista di ritorno si sarà ammosciata. A patto che l'altro processo del Cavaliere (quello “Ruby” per concussione e prostituzione minorile) non faccia da diaframma.  Ma per un giorno Silvio distoglie lo sguardo. Milan-Juventus è il divertissement: «Se fossi stato condannato...», no, Berlusconi non avrebbe avuto voglia di farsi vedere allo stadio: insopportabile, per lui, il rischio di eventuali contestazioni. Invece l'ex presidente del Consiglio arriva a San Siro. Con un sorriso sponsorizzato Durban's: «Mezza giustizia è fatta», la battuta che regala ai taccuini. Poi siede in tribuna tra Galliani e la figlia Barbara, coccolato dai cori dei tifosi: «Sil-vio! Sil-vio!».       di Salvatore Dama

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