Un'altra amica dei terroristi promossa da Pisapia

Matteo Legnani

E due. Dopo il caso dell’ormai celebre Maurizio Azzollini, funzionario  recentemente promosso capo di gabinetto del vicesindaco di Milano, a Palazzo Marino si scopre un'altro dipendente con legami col terrorismo alle spalle, e con una condanna a cinque anni in primo grado. Si chiama Lucia Pizzo e negli anni ’70 faceva parte della colonna Walter Alasia. I compagni che, tanto per citare una delle loro imprese, gambizzarono Indro Montanelli nel 1977. Al contrario di Azzollini, la Pizzo non ha mai sparato a nessun poliziotto. Secondo i magistrati che la trascinarono alla sbarra, aveva accettato di intestare a suo nome il contratto d’affitto di un appartamento diventato poi il covo di alcuni “amici” brigatisti. Un gesto che in primo grado valse alla donna - che già all’epoca lavorava a Palazzo Marino come semplice messo comunale - una condanna a cinque anni di reclusione. Tre anni in più rispetto alla richiesta del pubblico ministero. Da allora, tuttavia, la Pizzo è riuscita a riabilitare il suo nome, uscendo del tutto incolume dalle sue disavventure giudiziarie. Per i suoi avvocati, infatti, non aveva mai accettato di fare da prestanome, né partecipato alle azioni che avevano visto protagonisti i “compagni”. Il contratto le era stato intestato  a sua insaputa. Chiusi i conti con la giustizia,  la Pizzo è riuscita a tornare a lavorare in Comune, sempre con incarichi piuttosto modesti. Negli anni  novanta è diventata funzionaria per i servizi amministrativi, poi è riuscita a farsi nominare responsabile dei gruppi consiliari. Il suo passato e i suoi orientamenti politici, comunque, sono sempre stati noti a tutti, tanto più che per qualche anno è stata la rappresentante sindacale della Cgil in Comune. Il vero salto di qualità, però, è arrivato negli ultimi mesi. Dopo l’elezione di Giuliano Pisapia, la Pizzo è diventata il braccio destro di Davide Corritore, city manager del sindaco. Una coincidenza curiosa, soprattutto se sommata alla promozione di Azzollini. «Diciamo che misteriosamente tutti questi personaggi che prima non occupavano certo posizioni apicali ora hanno fatto una carriera repentina», commenta oggi l’ex vicesindaco Riccardo De Corato. In questo caso, comunque, non ci sono state sorprese. Delle Pizzo tutti conoscevano le disavventure, tanto che qualcuno ha conservato gli articoli degli anni ’80 che raccontano le sue vicende processuali. «In tanti erano al corrente di questi fatti, ma io per la verità l’ho scoperto solo un mese fa», continua De Corato, «ovvero quando Corritore l’ha promossa». La giunta comunale milanese, nel frattempo, da ieri è scesa in campo per provare a smorzare le polemiche. Il vicesindaco Maria Grazia Guida ha promesso di avviare «una riflessione» per mettere al centro dell’attenzione «le vittime del terrorismo e delle mafie» nel dibattito cittadino. Fumosi annunci, che nascondono un fatto: Azzollini resterà tranquillamente al suo posto. Anche perché, assicura la Guida, «è stato scelto per l’attuale incarico in quanto già nell’organico esistente e per le sue competenze e capacità». Le reazioni del centrodestra, quindi, sarebbero «spropositate e indebite». di Lorenzo Mottola