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Esproriata la cassa ai Comuni La rivolta degli enti locali

Scatta oggi l'obbligo di versare il 50% delle risorse nella Tesoria centrale. Sindaci e governatori si mobilitano e c'è chi ha svuotato la cassa

Nicoletta Orlandi Posti
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Nessun passo indietro del prof Monti sulla "Tesoreria unica", la norma contenuta nel dl liberalizzazioni che ha scatenato la protesta di molti amministratori locali, in particolare della Lega. Solo dei piccoli aggiustamenti, ha annunciato il sottosegretario allo Sviluppo Claudio De Vincenti a margine dei lavori della Commissione Industria del Senato."Sostanzialmente il testo resterà quello che è entrato - ha detto De Vincenti - ci sarà solo qualche piccolo aggiustamento". Questo aggiustamento si traduce in un ordine del giorno che impegna il governo a gestire il denaro degli enti locali nell'interesse degli stessi enti territoriali. Ecco la norma - Il governo impone che tutti gli enti locali trasferiscano dalla propria tesoreria a quella nazionale le risorse che hanno in cassa. Il 50% va versata entra oggi, il resto entro il 16 aprile. Il governo prevede che l'esproprio duri tre anni: l'obiettivo è avere più liquidità presso la tesoreria centrale per emettere meno titoli di debito pubblico con un risparmio di oltre 620 milioni di euro. L'ira degli enti locali - Comuni, Province e Regioni, però non ci stanno. "Un comune di 90mila abitanti" ha tuonato Graziano Delrio, presidente Pd dell'Anci, "non potrà più disporre di qualcosa come 300-500 euro". E allora al viale contromisure degli amministratori locali. L'Anci ha messo a disposizione dei suoi associati uno schema di "intimazione e diffida" nei confronti delle banche che svoltoono il ruolo di tesoreria affinchè non versino un euro allo Stato. Poi c'è stato anche chi ha svuotato le casse e comprato bot. Il presidente della Provincia di Treviso, Leonardo Muraro ha detto che in 24 ore i trevigiani hanno già guardagnato 84 mila euro.

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