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Bossi resuscita il Berluskaiser: "E' come Mussolini"

Bordata del Senatùr al Cavaliere, che chiede di non votare Lega. Poi: "Sta con Monti perché l'hanno assolto"

Giulio Bucchi
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Sarà l'avvicinarsi delle Amministrative, sarà il nervosismo accumulato negli ultimi mesi, sarà che sotto sotto qualcosa s'è spaccato davvero. Fatto sta che tra Umberto e Silvio i rapporti sono tesissimi. Pare d'essere tornati indietro nel tempo, all'epoca del ribaltone che mandò a casa il primo esecutivo del Cavaliere. Ieri, dopo le parole dell'ex capo del governo al congresso del Pdl a Milano, tra gli ex alleati sono volati i piatti. Berlusconi ha detto, in sostanza, che scegliere la Lega significa disperdere il consenso, un po' come avviene per chi vota per l'Idv o Grillo. Non solo. Per le grandi riforme Berlusconi preferisce guardare al Pd o al Terzo Polo, perché dà per persi i lumbard. Bossi, da Monza dove ieri ha tenuto un comizio in vista delle Amministrative, ha risposto per le rime. «Gli italiani disperdono i voti? Quel ragionamento lì, prima di lui, lo aveva fatto Mussolini, “facciamo l'accordo fra le forze maggiori e cancelliamo le forze minori”. Però sono cose che non portano da nessuna parte». Bossi trova insopportabile che Berlusconi non abbia ancora staccato la spina a Mario Monti. L'ex alleato, ringhia Bossi, resta lì «perché è stato assolto in tribunale» al processo Mills. D'altronde «prima era un delinquente e, poi, improvvisamente, è stato assolto. Sta con Monti per interesse». Il Professore, poi «è un grande traditore del Nord». Non solo. Se il governo non darà ascolto alle proposte della Lega - e in particolare all'iniziativa popolare di riforma delle pensioni - il Senatur minaccia di portare a Roma «migliaia di persone. E facciamo saltare lo scranno» di Monti. «Noi non staremo fermi davanti alle leggi inique, come quella sulle pensioni noi interveniamo usando la piazza come forza» aggiunge il leader padano. Durissimo anche Roberto Calderoli: proprio a Monza aveva aperto gli uffici distaccati meglio noti come ministeri del Nord e il governo tecnico li ha chiusi in un amen. «Non c'è una persona che mi sta sulle balle come quello lì» giura l'ex titolare della Semplificazione parlando di Monti. «Sentire Silvio Berlusconi parlare di una grande coalizione sembra un atto contro natura, Berlusconi che si ingroppa Bersani, Bersani che si ingroppa Casini e tutti che si ingroppano la Padania. Con chi ce l'abbiamo di più tra Monti e Berlusconi? In questo momento ce l'abbiamo con tutti e due, perché uno è l'assassino e l'altro il palo, il complice». Bossi ha anche parlato del trasferimento della sorveglianza speciale di Salvatore Jr Riina a Padova, giudicandola «un attentato contro il Nord, che il Nord dovrebbe punire con la pena di morte per le conseguenze che avrà sulla nostra società: rapine, violenze e mafia». E ancora: «Non lo accetteremo di essere invasi ancora una volta dai mafiosi; quella gente merita la fucilazione. Potevano farlo lavorare in un centro sociale a Palermo, non al Nord. Quando c'eravamo noi e Berlusconi non l'avevamo permesso». di Matteo Pandini

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