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Bersani, la resa dei conti: il Pd vuole dimetterlo

La Borsellino perde le primarie a Palermo e parla di brogli, partito nel caos. Lumia: Ascolteremo la base per decidere sul segretario

Andrea Turco
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“Adesso ascolteremo la base e decideremo se dobbiamo chiedere le dimissioni di Bersani oppure no”. E' la minaccia, non troppo velata del senatore pd Beppe Lumia, sostenitore di Fabrizio Ferrandelli, vincitore delle primarie del Pd a Palermo, ospite a “24   Mattino” su Radio 24. “Noi a Palermo - ha detto Lumia - avevamo detto scegliamo Ferrandelli e escludiamo le scelte romane. Non vorremmo rovesciare il discorso per cui dalle scelte di Palermo si impongono delle scelte romane. Sarà Bersani a valutare lo stato di salute del partito". Le primarie di Palermo hanno infatti evidenziato ancora una volta le divisioni interne al Partito Democratico. Rita Borsellino era sostenuta da Bersani, Vendola e Di Pietro, ma il loro appoggio non le è bastato per aggiudicarsi la vittoria. Segno che all'interno del Pd sono presenti correnti che vanno contro la linea indicata dal segreatario Bersani e spingono per un'alleanza futura con il Terzo polo. Nodo alleanze - Il vincitore delle primarie a Palermo, Fabrizio Ferrandelli, ex Idv, non ha nascosto di essere vicino al governatore siciliano Lombardo, sostenuto dall'Udc di Casini. La Borsellino invece aveva dichiarato apertamente la sua lontananza da Lombardo. La vittoria di Ferrandelli quindi può essere vista come un'avvisaglia nei confronti di Bersani. Nessuna alleanza con Idv e Sel alle prossime elezioni, si punti invece ad un accordo con Casini. Un cambio di rotta che divide il partito diviso in due fazioni. Una parte vuole che l'alleanza virtuale di Vasto, con Vendola e Di Pietro, vada avanti. L'altra preme ad un'alleanza con il Terzo Polo. Bersani storce il naso verso la seconda ipotesi, sostenuta fortemente da Veltroni che non a caso è stato preso di mira da Vendola che lo ha definito "uomo di destra". Il perché è presto detto. Il segretario del Pd punta a candidarsi premier nelle elezioni del 2013 e con Casini come alleato sarebbe difficile farlo. I filo montiani, capitanati da Veltroni, invece, vogliono un cambio al vertice. Cambio di rotta - Bersani sa di essere in difficoltà. Secondo un recente sondaggio, l'80 per cento degli elettori del Pd è favorevole al governo Monti. Tanto che il segretario Pd ha avvertito l'ala più a sinistra: "distinguersi dal governo va bene, criticarlo un giorno sì e l'altro pure non si può più fare". Per questo il responsabile dell'economia del Pd Stefano Fassina ha evitato di presenziare alla manifestazione della Fiom nonostante in un primo momento avesse accolto con favore l'invito di Landini. Un cambio di rotta che vuole evitare ulteriori lacerazioni all'interno del partito ma che può risultare tardivo. Beppe Fioroni non nasconde la sua preferenza per un'alleanza con il Terzo Polo alle prossime elezioni mentre Veltroni sta intensificando i suoi colloqui con Letta e Franceschini. L'esponente dei MoDem vuole dare uno scossone alla politica del partito e allo stesso Bersani che sembra aver perso il controllo sul Pd. Tanto che uno dei candidati alle primarie palermitane, Davide Faraone, appoggiato dal rottamatore Matteo Renzi, aveva dichiarato: "Non ho chiesto a Bersani di sostenermi perché ogni volta che sostiene qualcuno quello perde".

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