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Islamici litigano in moschea Finisce a tappetate in faccia

A Padova scoppia una rissa tra due gruppi di fedeli che poi degenera e manda in titl il traffico. Arriva la polizia

Lucia Esposito
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Urla, spintoni, schiaffi e un violento lancio di tappeti in segno di protesta. Tappeti in faccia anche all'imam, che è stato costretto ad interrompere la funzione religiosa. È scoppiato il finimondo a Padova, nella moschea di via Anelli. Un putiferio figlio della tensione tra i due gruppi principali di fedeli, che poi è proseguito in strada, dove circa 200 persone hanno continuato ad azzuffarsi fino all'arrivo della Polizia e degli agenti della Digos, costretti a isolare la zona - mandando in tilt il traffico per oltre un'ora. A scatenare la rivolta pare siano state alcune decine di devoti dell'associazione “Mortise”, che da tempo accusano i gestori della moschea - appartenenti all'associazione “Rahma” - di tenere una condotta morbida nei confronti dell'amministrazione comunale. Accuse incrociate -   I responsabili del centro di culto, prossimi ad abbandonare via Anelli, hanno acquistato da tempo un altro immobile, più grande ed accogliente, per trasformarlo in una nuova moschea, ma il trasferimento è bloccato da problemi burocratici oltre che dalla lentezza dei lavori di messa a norma dell'edificio. Di qui la rabbia dei fedeli “ribelli” che vorrebbero venisse adottato il pugno duro nei confronti del Comune. Ed invece  al termine della preghiera, i gestori della moschea avrebbero  negato la lettura di un documento di denuncia. Non bastasse, i fedeli dell'associazione “Mortise” contestano la collocazione della nuovo centro di preghiera e vorrebbero staccarsi dal gruppo “Rahma” per aprire un luogo di culto in un'altra zona della città. Senonché la fazione ribelle accusa i gestori della moschea pure di amministrare male i fondi a disposizione, un patrimonio di decine di migliaia di euro frutto delle offerte dei fedeli. Il timore delle forze dell'ordine è che tra questi “ribelli” vi sia anche qualche estremista islamico. di Alessandro Gonzato

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