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Fiat bloccata dagli scioperi: "Così in Italia chiudiamo"

Bisarche, da 20 giorni trasporti difficili. Il Lingotto: "Perse 20mila unità e il 10% di entrate. Se continua, Pomigliano rischia"

Giulio Bucchi
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Gli stabilimenti italiani della Fiat, in particolare Pomigliano, sono a rischio. Questa volta a dirlo non è qualche giornale, ma lo stesso Lingotto: in una nota ufficiale spiega come lo sciopero delle bisarche, che da tre settimane sta paralizzando gli autrotrasporti, abbia causato perdite di produzione e vendite "di circa 20mila unità che sarà molto difficile recuperare nel corso dell'anno". "I danni causati finora - sottolinea casa Fiat - avranno un impatto negativo di circa il 10% sulle quote di mercato del mese di marzo in Italia e all'estero" . Il comunicato -  "Da 20 giorni - scrive Fiat - uno sciopero dei servizi di autotrasporto a mezzo bisarca in Italia sta creando forti disagi a tutto il settore automobilistico ed in particolare a Fiat group automobiles. Questa situazione ha generato e continua a generare lunghi e numerosi ritardi nelle consegne delle vetture ai concessionari e ai clienti". "Tale situazione danneggia in modo particolare Fiat group automobiles in quanto rende necessario ridurre sensibilmente, o addirittura bloccare le attività produttive in alcuni stabilimenti, con un forte impatto sulle fatturazioni e sulle immatricolazioni in Italia ed all'estero". "E' molto importante che la situazione si sblocchi in tempi brevi - conclude l'azienda torinese - in modo da ripristinare il normale svolgimento dei servizi di trasporto e non compromettere ulteriormente i risultati del comparto automotive. Se la situazione non si normalizzerà nei prossimi giorni, la Fiat dovrà procedere ad ulteriori chiusure degli impianti italiani, compreso lo stabilimento Giambattista Vico di Pomigliano d'Arco che è impegnato nel lancio europeo della Nuova Panda".

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