Lavoro, 4 punti sul tavolo dalle indennità alle pensioni

Lucia Esposito

Alla fine dell'incontro di ieri mercoledì 13 marzo, perfino Susanna Camusso ha detto "stanno maturando cose positive". In effetti, la quadra sembra sia stata trovata: il governo allunga l’entrata in vigore della riforma, i sindacati dicono sì ai licenziamenti per motivi economici e disciplinari e alla fine del reintegro obbligatorio. Ecco i temi sul tavolo; la riforma degli ammortizzatori sociali, con la cancellazione dell'indennità di mobilità, non entrerà in vigore immediatamente ma gradualmente per evitare  la sovrapposizione tra la crisi produttiva e la riforma.  L'indennità di mobilità esterna che oggi spetta ai lavoratori che perdono il posto di lavoro nelle imprese medio-grandi. Dopo la riforma riceveranno come gli altri disoccupati l'assegno dell'Aspi. Ma l'indennità sarà maggiorata nell'importo e nella durata. Il ministro Fornero è disponibile a concedere alle sole imprese familiari la forma dell'associazione in partecipazione. Art 18 e modello tedesco - Sull'articolo 18 si valuta la possibile applicazione del modello tedesco. Le tutela resterebbero quelle attuali per i licenziamenti discriminatori e senza giustificato motivo. Mentre verrebbe garantita la possibilità di licenziamento per motivi economici a livello individuale e per motivi disciplinari. Al giudice spetterebbe direttamente, così come avviene in Germania, di stabilire l'indennità risarcitoria immediata con una procedura accelerata rispetto a quella attuale in Italia e graduata in base all'anzianità di servizio del lavoratore