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Vendetta Pd sull'assessore: Denunciai Emiliano, cacciato

Gli scheletri nell'armadio della sinistra a Bari: "Parlai dei suoi conflitti d'interesse: in giunta c'era una parente degli inquisiti"

Andrea Tempestini
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Champagne, spigoloni, ostriche imperiali e cozze pelose, politicamente fanno la mappazza, per lo stomaco pur capiente di Michele Emiliano. L'Alka Seltzer, o una difesa politica, per ora latitano. «Mi auguro che il sindaco abbia delle giustificazioni valide e trionfi la legalità, anche se io sono stato fatto fuori dalla giunta per una tentata concussione inesistente, e ora, vedi il destino...», così con acuminata amarezza, Lino Pasculli, Idv, ex assessore agli Appalti del Comune di Bari commenta lo scandalo che sta sommergendo Emiliano: il pacco dono natalizio dell'imprenditore Gerardo Degennaro già consigliere regionale Pd («...noci bianche, cinquanta cozze pelose, due chili di allievi locali di Molfetta e otto astici» ghiaccio compreso oltre al resto. Tra l'altro, pare che gli allievi non fossero di Molfetta ma seppioline della Tunisia taroccate) e , soprattutto il “sistema criminale” che avrebbe coperto gli appalti della Dec, società di Degennaro. Pasculli ha il dentino lievemente avvelenato con l'ex sindaco, fu rimosso per presunta tentata concussione. «In realtà io sono stato fatto fuori perché c'era qualcosa che non andava nella gestione degli appalti pubblici, come nel caso dei 3,5 milioni in più, dati ai Degennaro per la costruzione di parcheggi» continua Pasculli «Ma soprattutto  ho denunciato la presenza - pazzesco conflitto d'interesse - in giunta della giovane assessora al Decentramento Annabella Degennaro, 25 anni allora, figlia di Vito e nipote di Gerardo, che nel 2009 fu arruolata dal sindaco non si sa perché. Essendo rampolla della famiglia che ha più appalti col Comune la denuncia ci stava tutta.  Misteriosamente, però,  la signorina lo scorso novembre diede le dimissioni. Alla luce di quello che sta accadendo e dei rapporti che il sindaco ha con la Procura, ora le cose appaiono più chiare...». Pasculli fa intendere che nelle segrete stanze municipali di corso Vittorio Emanuele qualcuno aveva odorato la tempesta in arrivo. «E pensare che io, per aver solo segnalato un ragazzo, la cui famiglia campa con 400 euro al mese sono stato massacrato», chiosa Pasculli. Il quale, naturalmente, è di parte. Uno dei nemici storici di Emiliano. Che stamane chiarirà la posizione «analizzate tutte le carte» davanti all'universo mondo, soprattutto alla Gazzetta del mezzogiorno che sugli scoop del connubio spigoloni, ricatti & appalti ci campa assai.  Qualche internauta ricorda che quando il leader sindacale Giuseppe Di Vittorio ricevette il Natale del '20 un dono alimentare dalla tenuta del Conte Giuseppe Pavoncelli, lo rifiutò con cortesia. Ma tant'è. Il problema vero è quello della ”copertura politica”, qualcosa di più di un semplice rapporto di conoscenza con imprenditori locali, roba che cozza con la figura del politico retto senza macchia né paura che Emiliano, finora, a sempre mostrato d'essere. «È chiaro – scrive il sindaco sulla sua bacheca Facebook – che la rappresentazione che viene data dell'amministrazione e della mia persona mi fa soffrire, ma come ho detto, intendo ripristinare al più presto la verità dei fatti. In questo momento sto studiando di buona lena le carte a mia disposizione e spero al più presto che il giudice autorizzi la consegna al Comune di tutti gli atti depositati. Mai fatto assunzioni». E sta bene. Intanto il procuratore di Bari, Antonio Laudati, ha annunciato che la procura ha presentato appello contro il mancato riconoscimento da parte del gip del reato di associazione per delinquere che la contestato proprio ad alcuni indagati, nell'inchiesta sugli appalti del comune di Bari alla Dec. «L'associazione per delinquere» ha detto il magistrato «si configura quando tre o più persone commettono reati. Quelli che non commettono reati, sono fuori dall'associazione». E ha detto tutto.  Tra l'altro, se in municipio si consuma la tragicommedia politica, in Procura s'avvia il dramma penale. Oggi il gip o i magistrati inquirenti potrebbero torchiare Vito Nitti, ex responsabile dell'ufficio tecnico del Comune di Bari, tra le sette persone finite ai domiciliari nell'ambito dell'inchiesta. E con Nitti sarà interrogato il dirigente regionale Gennaro Russo; poi si proseguirà lunedì con Anna Maria Curcuruto, capo della ripartizione urbanistica del Comune. Gerardo e Daniele Degennaro saranno interrogati, infine, martedì. I Degennaro, con le mani pasta anche al nord (Pavia)  si sarebbero aggiudicati illecitamente appalti corrompendo pubblici dipendenti e componenti di commissioni di collaudo, frodando la pubblica amministrazione e concorrendo nel reato di numerosissimi episodi di falso, ecc. Un'escalation. Le cozze imperiali e gli spigoloni sono solo l'antipasto... di Francesco Specchia

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