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Musy in coma dopo l'agguato Si indaga su due sospettati

Spari al consigliere Udc Torino: prende piede la pista professionale. Due sospetti, ma uno ha alibi di ferro: non era in città

Lucia Esposito
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cora misterioso il movente dell'agguato, ieri mattina, ad Alberto Musy, capogruppo Udc e candidato sindaco del capoluogo piemontese alle ultime amministrative. Cinque colpi di pistola a tamburo sparati in rapida successione mentre rientrava a casa, nel cuore di Torino, dopo aver accompagnato la figlia a scuola. Tre proiettili vanno a segno e lo feriscono gravemente. Tutte le piste sono infatti prese in considerazione dagli investigatori, anche se quella di matrice politica sembra per ora reggere poco. Nel pomeriggio di giovedì si è appreso che si intensifica la pista professionale come movente dell'agguato. In particolare si indaga su due sospettati: un uomo con cui l'avvocato torinese aveva un rapporto di collaborazione relativo a una consulenza finanziaria; un secondo uomo invece sarebbe rimasto coinvolto in una storia fallimentare che riguarda una società e avrebbe motivi di rivalsa personale nei confronti di Musy. Il primo sospettato ha però un forte alibni: non sarebbe stato a Torino nel giorno dell'agguato. Gli interrogatori - Gli inquirenti stanno interrogando altre decine di persone e sono andati avanti fino a tarda notte in Questura a Torino i colloqui con la moglie, i famigliari, i  vicini di casa e i colleghi di lavoro di Alberto Musy. Oggi gli agenti della Squadra Mobile e della Digos  continueranno ad ascoltare persone vicine al politico per cercare di chiarire se l'episodio sia riconducibile all'attività politica o invece più probabilmente a quella professionale o a questioni private.. Prosegue anche l'analisi dei filmati delle telecamere della zona  e la raccolta delle testimonianze di chi potrebbe aver visto qualcosa:  diversi testimoni hanno riferito di aver notato, perchè era insolito,  un uomo con il casco sia prima che dopo l'agguato camminare per strada  a quasi un chilometro di distanza dall'abitazione di Musy. In alcune immagini delle telecamere dei locali vicino al civico   35 di via Barbaroux dove abita Musy, si vede un uomo camminare con il   casco integrale, un soprabito scuro e un piccolo pacco in mano. Le   indagini, fanno sapere gli inquirenti, proseguono a tutto campo. In coma - L'esponente politico, docente universitario e avvocato civilista, è stato operato per rimuovere un ematoma cerebrale.L'intervento effettuato alle Molinette è durato complessivamente 4 ore. Musy è in prognosi riservata, in coma farmacologico. Al momento del ricovero in ospedale, il paziente - riferisce il bollettino sanitario - era in stato di coma con midriasi bilaterale e assenza di risposte motorie alla stimolazione dolorosa. L'esame con la Tac encefalica ha evidenziato una frattura parietale destra e un voluminoso ematoma subdurale acuto, con segni di grave compressione encefalica destra. L'intervento neurochirurgico è stato immediato per evacuare l'ematoma e assicurare un'adeguata decompressione dell'encefalo e inserire i monitoraggi. Poi sono intervenute altre due equipe chirurgiche per rimuovere uno dei proiettili che erano all'altezza della scapola destra. Un secondo proiettile, vicino alla scapola sinistra fratturata, verrà rimosso successivamente. La dinamica - Secondo le prime ricostruzioni, a sparare sarebbe stato un uomo con indosso un casco integrale, entrato nel cortile dello stabile con la scusa di consegnare un pacco e fuggito subito dopo l'agguato. Ma non ci sono testimoni del momento più drammatico. Poco prima di perdere i sensi, Musy avrebbe detto alla moglie Angelica, subito scesa in strada per soccorrerlo, di essere stato "seguito".  

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