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Facci: le straordinarie cazzate dei giornalisti tecnici

I giornali mettono da parte gli opinionisti e il risultato è tragicomico. Basta leggere cosa scrive Repubblica

Andrea Tempestini
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Il vezzo di ricorrere a «tecnici» anche al posto dei tradizionali opinionisti, sui giornali, può fornire esiti tragicomici: capita che i professori siano più disinformati dei cittadini ordinari (perché non leggono i giornali ordinari e non guardano la tv ordinaria) e che spesso cadano giù dal pero. Ieri Repubblica ospitava un'articolessa di tal Donatella Della Porta - professione sociologa - che ha scoperto «Transparency International» come se fosse una novità anziché essere, com'è, una citatissima fonte da cui si abbeverano i lordatori sistematici di ogni costume italico, da Beppe Grillo in su. Sicché la sociologa ha ri-sciorinato le cazzate sull'Italia che si colloca al 67° posto dei corrotti e ha quindi rivelato - stupore - che Ghana, Namibia e  Rwanda sono meno corrotti di noi. Il che resta, secondo me, una cazzata. Non ci credo che «un italiano su quattro» abbia preso o pagato tangenti. Ci crederei se la percezione della corruzione (CPI) non fosse elaborata sulla base di interviste a «esperti del mondo degli affari e a prestigiose istituzioni». Quali? Boh. In compenso, se indagate su che cosa intenda Transparency International per corruzione, scoprite che si accludono genericamente anche «la negligenza nell'eseguire i propri compiti», «la partigianeria delle istituzioni», «la distorsione dell'informazione» e altre cose che con la corruzione - pensavamo - c'entrano niente. di Filippo Facci

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